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ECONOMIA

Procedura per deficit eccessivo, cos’è e perché l’Ue potrebbe raccomandarla all’Italia

Il ministro dell’Economia Giorgetti ha chiarito in cosa consista la procedura che l’Ue raccomanderà all’Italia.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha fornito importanti chiarimenti durante un’audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla riforma della governance economica dell’Unione Europea. Ha spiegato che, essendo terminata la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita alla fine del 2023, e considerando l’indebitamento netto dell’Italia registrato lo scorso anno (pari al 7,2% del PIL secondo le stime Istat), è probabile che la Commissione europea raccomanderà al Consiglio di avviare una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia e di diversi altri Paesi.

Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni | Foto ANSA – Newsby.it

Italia e Francia nell’Edp

“In tutto il negoziato non sfuggiva a me né al collega francese che a noi interessava relativamente di alcune cose di cui discutendo perché noi eravamo già in Edp (procedura per disavanzo eccessivo, ndr). La procedura di deficit eccessivo era già scontata nel Def che abbiamo presentato dell’anno scorso”, ha chiarito Giorgetti rispondendo alle domande dei deputati e dei senatori in audizione. “Quindi abbiamo altre regole”, ha aggiunto, precisando che i paesi che andranno nella procedura sono “noi, la Francia, e altri dieci”. “Non siamo così fessi da non aver fatto un negoziato non sapendo esattamente quale era terreno e lo scenario in cui noi andavamo ad inserirci”.

“Credo che l’indagine conoscitiva possa anche essere l’occasione per valutare, come d’altronde suggerito anche dal Parlamento, la necessità di eventuali e ulteriori aggiustamenti utili a superare le criticità dell’assetto contabile interno, non direttamente connesse al processo di riforma delle regole europee, che l’esperienza degli ultimi anni ha fatto emergere”, ha commentato il ministro. “Auspico che in questa sede si possa instaurare un dialogo proficuo finalizzato ad aggiornare l’assetto normativo, tenendo conto delle riflessioni delle diverse istituzioni e dei dati dalle prassi degli ultimi anni”.

Un cambio di prospettiva

I vincoli della nuova governance europea richiedono però “un cambio di prospettiva” sulle garanzie pubbliche che, “dalla fase emergenziale, ci riporti progressivamente verso un percorso ordinario”, ha proseguito Giorgetti. “Al 31 dicembre 2023 – ha evidenziato – l’esposizione dello Stato si è attestata intorno ai 300 miliardi di euro, pari a circa il 14,4% del Pil, in calo rispetto al 15,9% del 2022 e ai picchi raggiunti durante il Covid – che ricordo hanno toccato il 16,1% del Pil – ma ancora lontana dal 4,9 per cento del 2019”. Il livello del debito pubblico italiano “per evidenti ragioni di sostenibilità, richiede la massima ponderazione delle risorse da destinare alle singole politiche pubbliche e, oramai, l’innegabile necessità di misurare e monitorare gli effettivi benefici di ogni singola spesa”, ha detto ancora il ministro dell’Economia.

Giorgetti ha aggiunto che il Documento di economia e finanza “a breve verrà presentato al Parlamento. In base alle istruzioni della Commissione avrà probabilmente una conformazione leggermente diversa rispetto al passato, sicuramente più leggera. Credo che approveremo il Def entro i primi 10 giorni di aprile e avrà questo contenuto assai asciutto. La fisionomia del nuovo Piano fiscale-strutturale e del Rapporto di monitoraggio annuale previsti dalle nuove regole Ue comporterà la necessità di rivedere le disposizioni che disciplinano la tempistica e i contenuti del Documento di Economia e Finanza”, ha aggiunto l’esponente leghista.

“A livello europeo – ha spiegato ancora – la definizione delle informazioni di dettaglio dei due nuovi documenti è ancora in via di elaborazione. In particolare, dai programmi di lavoro dei comitati tecnici emerge che un nuovo Codice di condotta sarà divulgato non prima della fine dell’anno in corso. Una tempistica simile è inoltre prevista per la guidance definitiva sul Rapporto di monitoraggio e, infine, per gli adeguamenti che si renderanno necessari alle linee guida per il Documento programmatico di bilancio”.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese.

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