L’Antitrust ha erogato a Poste Italiane una sanzione di 5 milioni di euro. Si tratta del massimo consentito dalla legge, anche se non deterrente in rapporto al fatturato del gruppo (che nel 2019 ammontava a 3,492 miliardi di euro). Il motivo è quello di “aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo“. Tale violazione consiste “nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate“. Il tutto è frutto di numerosi reclami dei cittadini nell’arco dei mesi.
Ciò che l’Autorità ha accertato riguarda il tentativo di recapito delle raccomandate, che non sempre avviene “con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari”. Non è tutto, perché questo tentativo viene “peraltro frequentemente effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge“. In altre parole, secondo quanto rilevato dall’Antitrust, “Poste Italiane talvolta utilizza per comodità il deposito dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario“.
L’Antitrust ha registrato “numerosissimi” reclami da parte dei consumatori che hanno trovato in questi mesi un avviso di giacenza nella propria casella delle lettere. Le segnalazioni riguardano quindi un tentativo di consegna delle raccomandate mancante sin dall’inizio da parte di Poste Italiane. Le persone interessate, infatti, avevano la certezza di essere presenti nella propria abitazione al momento della consegna. Questo è avvenuto in modo particolare nei lunghi mesi del lockdown.
“Poste Italiane non ha adottato le dovute misure di controllo e correttive“, informa l’Antitrust nella sua nota. “La conseguenza di detti comportamenti – si aggiunge – provoca un inammissibile onere a carico dei consumatori“. Questi ultimi sono infatti “costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate“.
Il Garante ha quindi stabilito che tale comportamento di Poste Italiane ha generato danni ai consumatori, ma anche all’intero sistema giustiziario del Paese. I “gravi danni“, secondo l’Antitrust, nascono dai “ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi”. “Soprattutto”, si legge, “quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati“.
Poste italiane replica con durezza all’Antitrust preannunciando un ricorso al Tar dopo che la multa di 5 milioni di euro per “raccomandate ingannevoli”. Sono “inaccettabili i contenuti del comunicato dell’Autorità Antitrust”, fa sapere in una nota Poste, ed è “sconcertante il riferimento ai gravi danni al sistema Giustizia del Paese” legato alla sanzione sulla consegna delle raccomandate.
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