Un’ora di sonno in meno nella notte che ci siamo messi alle spalle. Questo l’effetto più fastidioso dell’annuale ritorno dell’ora legale, che tante polemiche porta con sé ogni anno a fine marzo. Ma gli effetti benefici di questa consolidata abitudine sono evidenti. Tanto più con i tempi che corrono.
Il discorso è presto detto: l’ora legale permette di risparmiare un’ora di utilizzo della luce artificiale. E quindi, di consumo di energia elettrica. Nel concreto, è possibile dunque stabilire quanti soldi in meno dovremo pagare per il solo spostamento delle lancette in avanti di un’ora? La risposta è sì.
Partiamo dal presupposto che l’ora legale, in Europa, è estremamente divisiva. A favore della sua abolizione, per esempio, si sono schierati i Paesi dell’Europa settentrionale, con Finlandia e Polonia in prima fila. La loro posizione geografica, più vicina al Circolo Polare, regala comunque giornate estive lunghissime e un breve intervallo di buio. Il risparmio sulla bolletta elettrica in questi casi è irrisorio. Situazione opposta per i Paesi mediterranei, tra cui l’Italia. In ogni caso, il Parlamento Europeo ha abolito l’obbligo di passare dall’ora estiva e quella invernale, lasciando ai singoli Stati la facoltà di decidere quale orario adottare. Ma con la raccomandazione di armonizzare il più possibile le scelte per evitare un’Europa con orari a macchia di leopardo.
Rimane comunque un fatto, certificato dai numeri. Nei sette mesi con l’ora legale in vigore nel nostro Paese, l’Italia risparmierà oltre 190 milioni di euro e avrà un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowatt/ora. Una vera mole di energia, corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie. A diffondere tali dati è Terna – Rete Elettrica Nazionale S.p.A., la società italiana operatrice delle reti di trasmissione dell’energia elettrica.
“Spostando in avanti le lancette di 60 minuti, si ritarda l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento“. Lo ricorda Terna, che tramite 74.723 km di linee elettriche in alta tensione gestisce la rete di trasmissione nazionale italiana. In più, l’ora legale porta con sé “un importante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera“.
Un aiuto al Pianeta, dunque, ma anche e soprattutto alle nostre tasche. Che, con il caro energia dovuto alla guerra in Ucraina, in questi mesi piangono come non mai. Ma proprio in aprile dovrebbe arrivare il maggiore beneficio (insieme a ottobre, l’altro mese in cui il risparmio energetico si fa più sentire). E l’ora legale, secondo i dati Terna, tra il 2004 e il 2021 ha permesso di consumare circa 10,5 miliardi di kWh in meno all’Italia. Per un risparmio complessivo per i cittadini che supera l’astronomica cifra di 1,8 miliardi di euro.
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