Eni firma un accordo con Cipro ed Egitto per trasportare gas dal giacimento offshore Cronos in Europa. Ecco come
Lunedì 17 febbraio, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha siglato un accordo con il ministro del Petrolio egiziano, Karim Badawi, e il ministro dell’Energia cipriota, Georgios Papanastasiou. L’intesa riguarda il trasporto di gas estratto da un vasto giacimento offshore scoperto nel 2022 nel Mediterraneo orientale, al largo delle coste di Cipro. Eni, principale compagnia energetica italiana e tra le maggiori in Europa, punta così a rafforzare l’approvvigionamento energetico, riducendo la dipendenza dalla Russia.
Nuovo accordo Eni: che cosa comporta?
Il giacimento Cronos si trova a circa 160 chilometri a sud di Cipro, a una profondità di oltre 2.200 metri. Secondo le stime, potrebbe contenere fino a 85 miliardi di metri cubi di gas, un volume significativo considerando che l’Italia ha consumato circa 60 miliardi di metri cubi di gas nel 2024.

L’area di estrazione rientra nel cosiddetto Blocco 6, una delle tredici zone marittime cipriote assegnate in concessione a diverse compagnie petrolifere per attività di esplorazione e perforazione. Questi blocchi si trovano nella zona economica esclusiva di Cipro, uno stato membro dell’Unione Europea. La porzione settentrionale dell’isola, invece, è controllata dalla Repubblica Turca di Cipro Nord, sostenuta dalla Turchia e non riconosciuta a livello internazionale.
Una volta estratto, il gas naturale verrà trasportato fino alla piattaforma Zohr, dove sarà trattato prima di essere inviato all’impianto di liquefazione di Damietta, in Egitto. Da lì, il gas liquefatto sarà caricato su navi e trasportato in Europa per rafforzare le forniture energetiche del continente.
Negli ultimi due anni, i paesi europei hanno aumentato l’importazione di gas naturale liquefatto (GNL), cercando di compensare la drastica riduzione del gas russo. Prima dell’invasione dell’Ucraina, il gas russo fornito tramite gasdotti copriva circa il 40% della domanda europea, mentre nel 2023 questa quota è scesa all’8%. Per far fronte a questa riduzione, l’Europa ha investito in energia domestica e ha diversificato le proprie fonti di approvvigionamento. Tra i nuovi fornitori principali ci sono la Norvegia, che ha superato la Russia come primo esportatore di gas verso l’UE, e gli Stati Uniti, che hanno incrementato l’esportazione di GNL, seppur con costi superiori rispetto al gas trasportato via gasdotto.
L’accordo tra Eni, Cipro ed Egitto è stato reso possibile dagli investimenti a lungo termine dell’azienda italiana nei due paesi. Eni opera in Egitto dal 1954 ed è attualmente il principale produttore di gas del paese. A Cipro, invece, l’azienda è presente dal 2013 e ha condotto diverse esplorazioni offshore negli ultimi anni.
Dal punto di vista politico, l’accordo energetico si inserisce in un quadro più ampio di relazioni strategiche tra Italia ed Egitto. Negli ultimi anni, il governo italiano, sia con Mario Draghi sia con Giorgia Meloni, ha cercato di rafforzare la cooperazione energetica con il governo egiziano di Abdel Fattah al-Sisi. Già durante il governo Draghi, l’Italia aveva aumentato le importazioni di gas naturale dall’Egitto, e Meloni ha proseguito su questa linea, promuovendo collaborazioni anche nel settore agricolo e commerciale.
Tuttavia, i rapporti tra i due paesi hanno attraversato momenti di forte tensione, soprattutto dopo il caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito e ucciso al Cairo nel 2016, e l’arresto dello studente Patrick Zaki, rilasciato solo nel 2023. Nonostante queste vicende, il governo italiano ha continuato a considerare l’Egitto un partner strategico, in particolare per la sicurezza energetica e il commercio nel Mediterraneo.