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Rose rosse appoggiate su un tappeto di lapidi bianche e palloncini ‘insanguinati’ su piazza Santi Apostoli: si danno appuntamento a Roma i lavoratori delle costruzioni per dire “Basta alle morti sul lavoro”. Alla manifestazione, indetta da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, partecipano anche i segretari generale di Cgil, Maurizio Landini, Cisl, Luigi Sbarra, e Uil, Pierpaolo Bombardieri, per chiedere con forza che ci siano più investimenti sulla sicurezza.
Landini: “Serve fare ancora molto per fermare la strage”
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“Si continua a morire sul lavoro, la strage non è fermata. E’ chiaro che abbiamo bisogno di intervenire, quando ogni giorno muoiono 2-3 persone sul lavoro. Sono stati fatti i primi provvedimenti importanti dopo le nostre mobilitazioni ma c’è ancora molto da fare, la patente a punti diventa decisiva perché bisogna premiare le imprese che investono sulla formazione e in cui la sicurezza non è un costo ma un elemento distintivo“, ha spiegato Landini.
Morti sul lavoro, Bombardieri: “In dieci anni 15mila morti”
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Anche il segretario generale della Uil ha ribadito il concetto: “Abbiamo ancora troppi morti sul lavoro. Il governo ha fatto scelte importanti ma non bastano. Bisogna continuare a fare le assunzioni, porre una questione complessiva che riguarda la legalità e la sicurezza sul lavoro. Negli ultimi 10 anni abbiamo più di 15 mila morti: vorrei chiedere, se ci fossero stati 15mila morti per mafia cosa sarebbe successo in questo Paese?“. Bombardieri ha poi rimarcato la richiesta di prevedere per i lavoratori delle costruzioni la possibilità di uscire, per la pensione anticipata, con 30 anni di contributi, e non 36.
Sbarra: “Già quasi mille morti quest’anno, inaccettabile”
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All’appello dei colleghi si è quindi aggiunto quello del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, anche lui presente alla manifestazione organizzata a Roma. “Dobbiamo fermare questa lunga scia di sangue. Bisogna intensificare i controlli, far applicare i contratti e assumere più ispettori. È necessaria un’azione urgente. La sicurezza non è un costo ma un investimento. Serve un sussulto di responsabilità. Le persone lavorano per vivere, non per morire“.