Moody’s rinvia il giudizio: il debito resta a galla sull’investment grade

Moody’s aggiorna il proprio calendario e, di fatto, non si esprime sul debito italiano rinviando il proprio giudizio a data da destinarsi. Nel giorno dell’atteso indice indicato dall’agenzia di rating americana, da New York arriva di fatto solo una conferma del livello BAA3 del nostro debito. Si temeva un ulteriore declassamento o una variazione dell’outlook; nulla di tutto questo.

Il segnale di Moody’s

Moody’s ha infatti confermato la valutazione di BAA3 per il debito italiano: si tratta, come sappiamo, dell’ultimo gradino utile per evitare di entrare nell’accidentatissimo territorio dei “junk bond”. Questo significa che un futuro, eventuale declassamento renderà i nostri titoli di Stato equivalenti al livello “spazzatura”.

Prima dell’agenzia newyorkese si era espressa Standard & Poor’s, che il 24 aprile aveva confermato il suo BBB-. Ma era stata Fitch a scatenare una certa apprensione sui mercati. Quest’ultima aveva infatti declassato il debito italiano da BBB a BBB-, una stima non del tutto inaspettata considerando l’incisivo impatto economico della pandemia del Covid-19.

Insomma, il giudizio di Moody’s tiene a galla l’Italia pur con i dovuti campanelli d’allarme. Già un paio di settimane fa l’agenzia aveva emesso un report che aveva generato un cauto ottimismo. La crisi scatenata dal Coronavirus, secondo Moody’s porterà il debito italiano a livelli effettivamente da primato. Tuttavia nel report si sottolineava come “l’affidabilità creditizia del Paese per larga parte non dovrebbe subire ricadute“.

La BCE in aiuto dell’Italia

Ad aiutare l’Italia è giunta la decisione della Banca Centrale Europea, che nell’ambito delle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema ha deciso di accettare come garanzia anche i titoli eventualmente al di sotto del temuto livello “junk bond”.

Rimane più alta la valutazione di Dbrs, agenzia canadese che rispetto a Moody’s conserva un livello più alto sul nostro debito: BBB(high). L’outlook è passato però da “stabile” a “negativo”. “Il livello straordinario di sostegno del Governo per mitigare l’impatto economico negativo – spiega Dbrs – comporta un costo per il bilancio finanziario del Governo stesso“. In più la crisi “comporta il rischio che una perdita prolungata della capacità produttiva indebolisca ulteriormente il fragile potenziale di crescita dell’Italia“.

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