Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato oggi che l’Italia adotterà un regolamento nazionale per il contrasto alla ludopatia. Nonostante la pandemia di Covid-19, però, il fenomeno del gioco d’azzardo nel nostro Paese non manifesta segnali di crisi. Specie quello illegale.
“La ludopatia è una dipendenza pericolosa che colpisce anche i più giovani – scrive Speranza su Facebook –. Il primo passo è riconoscerla ma poi è necessario intervenire: per questo ho firmato oggi un decreto per l’adozione di un regolamento nazionale per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle persone affette dal gioco d’azzardo patologico”.
Il principale campanello d’allarme, al momento, è quello relativo al gioco d’azzardo illegale, soprattutto online. Complici lockdown e chiusura delle sale giochi, infatti, lo Stato nel 2020 ha incassato 4,5 miliardi di euro in meno dal settore del gioco legale. Alla fine dello scorso anno, infatti, il bilancio del Dipartimento delle entrate parlava di introiti inferiori ai sette miliardi di euro rispetto agli oltre 11 miliardi del 2019.
Circa l’80% di calo delle entrate per l’Erario è ovviamente imputabile alla perdita di getto dei canali retail. Cioè sale giochi, agenzie di scommesse e sale bingo. Lo Stato però perde non solo per gli strascichi legati alla pandemia, ma anche perché molti giocatori italiani si sono spostati sul gioco illegale. Soprattutto nel corso del lockdown, quando le forze dell’ordine hanno individuato 250 sale non autorizzate in più di 50 capoluoghi di provincia.
Ma in Italia quante persone sono affette da ludopatia? E quanti giocatori ci sono? Secondo una ricerca realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2018, i giocatori sono 18.400.000, il 36,4% della popolazione maggiorenne. Il dato fa riferimento a tutte le persone che hanno giocato almeno una volta d’azzardo nei 12 mesi precedenti alla rilevazione.
Prevalgono gli uomini (10,5 milioni) rispetto alle donne (7,9 milioni) e si inizia a giocare fra i 18 e i 25 anni. In totale i giocatori con un “profilo problematico” – rileva l’Iss – sono un milione e mezzo, l’8% del totale. Sintomi della ludopatia sono la fatica nella gestione del tempo da dedicare al gioco, il mancato controllo sulle spese e l’alterazione di comportamenti sociali e familiari.
Altri 1,4 milioni sono giocatori “a rischio moderato”, due milioni quelli a “a rischio basso” e i restanti sono i cosiddetti “giocatori sociali”, il cui approccio al gioco d’azzardo è a scopo ricreativo. Alti anche i numeri rilevati dall’Iss e relativi al gioco minorile. Sono 673mila i minorenni fra i 14 e i 17 anni (486mila maschi e 187mila femmine) che hanno avuto accesso almeno una volta al gioco d’azzardo legale pur non avendone i requisiti di legge.
I giovani giocano prevalentemente a lotterie istantanee, slot machine, scommesse sportive e virtuali. E in 150mila sono a rischio ludopatia, con un 10% di studenti “problematici”. Allarmante il dato sull’età di iniziazione al gioco, con il 40% dei problematici che ha avuto accesso al gioco d’azzardo per la prima volta fra i 9 e i 12 anni.
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