Rimettere il soggetto, l’essere umano, al centro e sviluppare un’attività produttiva che sia al servizio del bene comune: ecco l’economia sociale.
Oggi, in Europa, questo concetto sta sempre più prendendo piede anche se con nomi e interpretazioni diverse. Infatti, in Italia l’economia sociale è conosciuta già da molto tempo, ma la nostra visione dell’argomento, suddivisa per “settori”, ha condizionato anche la nostra terminologia. Prima di tutto, vengono lo Stato e la PA, poi le società for profit e, infine, il famigerato “terzo settore” – ovvero, l’economia no profit o economia sociale.
Nomi, termini, parole. Per molte persone non sono molto importanti, servono solo a mettere delle etichette sulle cose che comunque tutti già conosciamo. Ma se invece per un attimo ci soffermiamo a pensare a cosa c’è dietro, possiamo vedere che – linguisticamente parlando – tutti i sinonimi che la nostra lingua ci propone altro non servono se non a distinguere, classificare, caratterizzare e descrivere meglio tutto il mondo che ci circonda.
Le parole servono, pesano, manipolano, aggiustano e informano. Per questo, ecco le 5 parole chiave dell’economia sociale.
1 – UTILITÀ
Non un’utilità qualsiasi, bensì sociale. Per capirla meglio, ci possiamo far aiutare direttamente dalla Costituzione che, nell’art. 41, definisce l’iniziativa economica come uno strumento necessario alla realizzazione del bene comune, senza ledere quelli che sono i valori fondamentali della persona. In questo modo, l’utilità sociale si disegna come il fine, l’obiettivo al quale tendere: il più grande miglioramento del benessere possibile per la maggior quantità di individui.
2 – SOLIDARIETÀ
C’è che ritiene impossibile unire l’etica e l’economia, eppure l’idea di solidarietà sta portando proprio a questo. Un rapporto dialettico, in cui filosofi teoretici ed economisti si trovano spesso a dover entrare uno nel campo dell’altro per spiegare e definire questo concetto. Rispetto, reciproco sostegno, compartecipazione: il tutto finalizzato all’equità grazie all’imprenditore che, senza filantropismi o sentimenti di superiorità, ha uno sguardo a 360° sulla sua comunità di riferimento e sui suoi bisogni.
3 – SOSTENIBILITÀ ECONOMICA
Non solo bene sociale e fratellanza, siamo pur sempre in ambito economico. Ed è per questo che la sostenibilità è una delle chiavi: mantenersi stabili nel tempo. In questo caso però, è la terminologia stessa che può trarci in inganno: aggiungere l’aggettivo “economica” al sostantivo “sostenibilità” può portarci a pensare a una mera questione finanziaria, ma non è così. Oltre al capitale economico, va salvaguardato anche il capitale umano, quello formato da persone, relazioni, enti e organizzazioni. Un percorso non immutabile nel tempo ma in continua evoluzione, che coniuga i diversi fattori economici e umani al fine di generare profitto, ma anche sostentamento verso gli individui che vivono quella realtà imprenditoriale.
4 – REINVESTIMENTO
Abbiamo detto che il fine, l’obiettivo, lo scopo di un’economia sociale che genera profitti deve comunque essere il benessere degli individui. Ma, praticamente, come si fa? Durante l’apertura della quarta edizione del Global Social Economic Forum del 2018, sono stati descritti i principi fondamentali dell’economia sociale: centralità della persona, partecipazione del capitale umano, e attenzione al reinvestimento della maggior parte dei profitti in attività legate al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Infatti, il reinvestimento degli utili è proprio un indicatore dello scopo sociale dell’impresa che, indipendentemente dalla propria ragione sociale, riutilizza i profitti per il raggiungimento della propria mission sociale.
5 – CONNESSIONE
Unione, partecipazione, congiunzione, relazione, collegamento. Si potrebbe andare avanti con i sinonimi per una pagina intera. Ma non solo, pensiamo a tutte quelle parole che possono essere evocate: comunità, rete, persone, intermediari, società. Connettere significa mettere in contatto, essere in rapporto. Non c’è solo l’imprenditore, non c’è solo l’azienda. Ci sono conoscenze, attitudini diverse, persone. Nell’economia sociale è importante focalizzarsi sulle conoscenze e le relazioni, per portare nuove idee alla luce, per condividere la propria mission sociale con altre persone, poter essere contagiati da nuove visioni.
EXTRA – INNOVAZIONE
Si era detto 5 parole, ma un piccolo extra è d’obbligo. Per raggiungere più persone possibili, per connetterle e garantire loro il benessere, per potersi evolvere e redistribuire ricchezza, il trait d’union è rappresentato dall’innovazione. L’innovazione sociale punta a estendere l’impatto positivo generato dall’economia sociale, per condividere con altre realtà obiettivi, mission, credenze, valori. L’Europa lo sa e attraverso bandi e gare, punta alla costruzione di una grande rete in cui, grazie alle nuove tecnologie digitali, è possibile scambiare idee e progetti atti al miglioramento del bene comune.
Tirando un po’ le somme, parlare di economia sociale oggi significa tenere in considerazione tutti i fattori che ruotano intorno alla persona che, a sua volta, è calata in un contesto economico. Rendere un’attività utile socialmente, solidale, sostenibile, innovativa e connessa nelle idee, nelle persone e negli obiettivi deve diventare un fatto, non restare una buona pratica solo a parole.