Secondo quanto riportato da Reuters, la Cina starebbe aumentando l’acquisto di barili di petrolio a basso prezzo dalla Russia, andando a colmare, almeno in parte, il vuoto lasciato da vari Paesi occidentali. È interessante notare che appena un mese fa Pechino aveva ridotto le importazioni di greggio, per evitare di sembrare troppo vicina a Mosca ed evitare di essere colpita dalle sanzioni internazionali. Le stime fornite da Vortexa Analytics indicano che a maggio il petrolio che la Cina importa dalla Russia dovrebbe passare dai 750mila barili al giorno (bpd) del primo quadrimestre 2022 a 1,1 milioni di bpd.
Le importazioni dei barili di petrolio a basso costo dalla Russia sarebbero trainate da Unipec e Zhenhua Oil. Anche Livna Shipping Ltd, una compagnia di Hong Kong, avrebbe intensificato i rapporti commerciali con Mosca nelle ultime settimane.
Come accennato, le aziende cinesi stanno andando a colmare lo spazio vuoto lasciato vuoto dagli acquirenti occidentali, molti dei quali hanno rinunciato al petrolio russo in seguito all’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Gli Stati Uniti, l’Inghilterra e altri acquirenti “forti” hanno messo al bando l’importazione del greggio poco dopo lo scoppio della guerra. Ulteriori restrizioni dovrebbero essere introdotte con il quarto pacchetto di sanzioni. I timori legate a quest’ultime (oltre all’eventuale cattiva pubblicità) hanno spinto numerose raffinerie europee a fermare le importazioni di petrolio dalla Russia.
Vitol e Trafigura, due delle principali società di commodity a livello mondiale, hanno rinunciato all’acquisto del petrolio russo nelle scorse settimane, permettendo ad alcune aziende cinesi di inserirsi nello spazio che hanno lasciato libero. Al momento il greggio costa 29 dollari in meno rispetto al periodo precedente all’invasione dell’Ucraina. Per le raffinerie cinesi, alle prese con una situazione economica poco entusiasmante, si tratta di un’opportunità allettante. Nella situazione attuale, vendere del petrolio a basso prezzo alla Cina è vantaggioso anche per la Russia, che sta cercando un modo per non restare schiacciata dal peso delle sanzioni.
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