Mentre la pandemia di Coronavirus ha sconquassato l’economia globale, Jeff Bezos, la persona più ricca del pianeta, è diventata ancora più ricca. Secondo Comparisun, infatti, il fondatore di Amazon è sulla buona strada per diventare il primo trilionario al mondo entro il 2026. Il sito di comparazione dei software aziendali ha utilizzato i dati raccolti negli ultimi cinque anni dell’elenco di Forbes per calcolare il tasso di crescita della ricchezza annuale dei miliardari più ricchi del mondo. Applicando questo tasso di crescita nei prossimi anni, lo studio ha concluso che Bezos, il cui patrimonio personale si stima valga oltre 140 miliardi di dollari (circa 130 miliardi di euro), potrebbe diventare il primo trilionario del mondo nel 2026, quando avrà 62 anni. La ricerca prevede inoltre che anche il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, potrebbe diventare il trilionario dieci anni più tardi, nel 2036, e sarebbe il più giovane del mondo, a 51 anni di età.
Ad aprile Jeff Bezos ha donato 100 milioni di dollari alle banche alimentari
Amazon, e quindi Bezos, sta andando particolarmente bene in questo momento: del resto la domanda di acquisti online è ai massimi storici, stante la difficoltà di fare shopping fisicamente nei negozi. Questo a sua volta ha visto aumentare i prezzi delle azioni della società, il che ha contribuito alla crescita del patrimonio personale di Jeff Bezos, che detiene una quota dell’11,2% in Amazon. Il 56enne ha contribuito poi, con una parte della sua immensa ricchezza, per aiutare i bisognosi durante la pandemia di Coronavirus. Il mese scorso, ha donato 100 milioni di dollari alle banche alimentari statunitensi, che stanno lottando per sfamare un numero crescente di americani che hanno perso il lavoro a causa della crisi economica per il virus. Bezos ha fatto la considerevole donazione all’organizzazione no profit con sede a Chicago, Feeding America, che gestisce 200 banche alimentari in tutto il paese. L’amministratore delegato dell’associazione benefica, Claire Babineaux-Fontenot, ha dichiarato che è stata la più grande donazione ricevuta nella storia dell’organizzazione e le avrebbe consentito di “fornire più cibo a milioni di vicini che affrontano difficoltà durante questa crisi”.