Nel corso della sua ultima conferenza stampa, Mario Draghi, il presidente del Consiglio, ha illustrato un piano con cui il governo punta a risolvere il problemi, ben evidenziati da Inps e Istat, relativi al lavoro povero. La strategia si divide in due parti: la prima riguarda un nuovo decreto, che arriverà entro la fine di luglio, mentre la seconda concerne il taglio del cuneo fiscale. Nelle intenzioni del governo, queste “mosse” dovrebbe permettere di ridurre il carico fiscale sulle buste paga e assicurare i rinnovi contrattuali. Attraverso i contratti collettivi, l’esecutivo punta a portare in Italia il salario minimo europeo. Quest’ultimo non sarà un’unica soglia precisa, dunque non tutti guadagneranno nove euro all’ora come aveva stimato l’Inps nei giorni precedenti.
Tutto si baserà sul Tec, il trattamento economico complessivo. I salari minimi varieranno da un settore all’altro ed è prevista l’applicazione dei contratti maggiormente diffusi a tutti i lavoratori dei rispettivi comparti. Saranno anche utilizzate delle “forme di sgravio” per stimolare la qualità del lavoro e dei meccanismi di premialità per sostenere la chiusura dei contratti non ancora rinnovati. Al momento, però, non c’è ancora nulla di definitivo e saranno necessari altri incontri con i sindacati per limare gli ultimi dettagli. Per l’ultima settimana di luglio è previsto un tavolo con Cgil, Cisl e Uil, durante il quale le sigle sindacali cercheranno di anticipare il più possibile le misure e il quadro normativo necessario alla tutela degli stipendi. Tutto potrebbe essere facilitato dal prossimo decreto, che, come anticipato da Draghi, dovrebbe essere corposo, e prevedere anche interventi contro il caro-energia.
Draghi ha annunciato queste novità nel corso di una conferenza stampa sulla tenuta dell’esecutivo, successiva all’incontro con i sindacati. Il premier ha approfittato dell’occasione per ribadire che “il governo esiste per lavorare, con gli ultimatum perde il suo senso”.
Rispondendo ai giornalisti che chiedevano se sarebbe disposto a ripresentarsi alla Camere dopo un’eventuale fuoriuscita del Movimento 5 Stelle, Draghi ha risposto invitando la stampa a porre il quesito “al presidente Mattarella”. “Io ho già detto per me non c’è un governo senza M5S e non ci può essere un governo Draghi diverso da quello attuale”, ha aggiunto il premier. Ha poi ribadito che “un governo con gli ultimatum non lavora” e ha invitato chi reputa “una sofferenza straordinaria” restare nella maggioranza a “essere chiaro”. “Lo dico anche per tanti altri che a settembre minacciano sfracelli e cose terribili”, ha sottolineato.
“Quando ho letto la lettera (del Movimento 5 Stelle, ndr), ho trovato molti punti di convergenza con l’agenda di governo, quindi l’incontro con le forze sociali va esattamente in quella direzione”, ha dichiarato Draghi in un altro passaggio del suo discorso. “Abbiamo presentato ai sindacati le linee guida su temi chiave come i contratti collettivi e il cuneo fiscale”, ha proseguito il presidente del Consiglio. “Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane, quando il governo presenterà un provvedimento corposo. In quell’occasione, prima di discuterlo in Cdm, avremo un altro incontro con le forze sociali”. Draghi ha poi difeso l’operato del governo, dichiarando che è stato già fatto molto “per famiglie e imprese, con interventi da 33 miliardi. Cifra che una volta era di una-due manovre di bilancio, mentre ora viene usata per mitigare i prezzi per i più fragili”.
Parlando del cuneo fiscale per i lavoratori, Draghi ha dichiarato che il governo intende intervenire partendo dai salari più bassi, “grazie agli spazi nella finanza pubblica”. Ha poi sottolineato che l’esecutivo non vuole un aumento dei tassi di interesse. “Nei mesi scorsi ho auspicato un nuovo patto sociale per gestire la fase che attraversiamo e che attraverseremo nei prossimi mesi. Lo scopo del patto è la continuazione della crescita e la protezione del potere d’acquisto per i lavoratori, i pensionati e le famiglie. L’economia italiana continua a crescere, ma le previsioni sono piene di rischi, tra cui l’aumento del costo della vita”. Il premier ha evidenziato la necessità di intervenire “per favorire l’occupazione”, lottare contro le “diseguaglianze che si aggravano fortemente e difendere salari e pensioni”. Per raggiungere questi obiettivi “occorre essere insieme: serve il coinvolgimento pieno del governo con le parti sociali”.
“Nella riunione abbiamo stabilito prima di tutto un metodo di lavoro: prevediamo incontri su una serie di temi, l’energia prima di tutto, la trasformazione di settori produttivi importanti, come automotive e acciaio, poi il Pnrr, su cui esiste un tavolo permanente che vogliamo rendere più attivo e importante, e poi la legge di bilancio. Ma anche un tavolo sul precariato, alla luce degli ultimi dati emersi in questi giorni”, ha concluso Draghi.
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