Imu e Tari (rispettivamente “Imposta municipale propria” e “Tassa sui rifiuti“) sono due tra i balzelli che più incidono sulle tasche degli italiani, ma nel 2021 esistono diverse agevolazioni e addirittura esenzioni che a livello sia nazionale che comunale permettono importanti risparmi. Ecco di cosa si tratta.
Imu e Tari: come usufruire delle esenzioni
Per poter usufruire di riduzioni ed esenzioni è necessario verificare la propria posizione consultando la legge in vigore, ma anche i regolamenti Imu e Tari adottati in ogni singolo Comune. Quindi bisogna presentare sempre in Comune una dichiarazione sul proprio specifico caso.
Per esempio l’articolo 1 comma 747 lettera b) della legge n. 160 del 2019 prevede Imu dimezzata per le case inabitabili. Per la precisione, si parla di una riduzione del 50% della base imponibile per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati. L’agevolazione vale limitatamente al periodo dell’anno in cui sussistono dette condizioni e va dimostrata allegando l’attestazione di inagibilità o inabitabilità redatta da un tecnico abilitato.
Casa dei genitori, ma in cui abita un figlio: cosa succede
Imu ridotta del 50% anche in presenza di abitazione concessa in comodato gratuito con contratto registrato a figli o genitori che la utilizzano come abitazione principale. Si tratta, quindi, della classica “seconda casa” di un genitore in cui però vive un figlio, o viceversa. E anche in tutte queste casistiche (molto frequenti) la tassa può essere dimezzata.
Situazione analoga anche per le seconde case definite “di interesse storico e artistico” dall’articolo 10 del D. Lgs. n. 42 del 2004. In questo caso, presentando la dichiarazione Imu entro il 30 giugno dell’anno successivo, la tassa è ridotta del 50% a prescindere dall’utilizzo come altra abitazione a disposizione o dalla concessione in locazione o in comodato a terzi.
Tari nelle case estive, Imu nell’ex casa coniugale: la situazione
A partire dal 2021 c’è poi il dimezzamento dell’Imu e la riduzione di due terzi della Tari per chi non risieda in Italia e sia titolare di una pensione sempre fuori dall’Italia, ma sul suolo nazionale abbia un’abitazione non locata e non concessa in comodato. Esenzione totale della Tari, invece, per abitazioni che non producono rifiuti (perché inagibili o inabitabili). Nel caso di abitazioni non utilizzate, il discorso vale invece solo nel caso di assenza di consumi e anche arredi. Ma sul tema i vari regolamenti comunali possono presentare disposizioni diverse tra loro.
Discorso diverso per le “seconde case a disposizione“, poste in Comuni diversi da quello di residenza (e che possono essere quindi le classiche “case estive”). In questo caso, in assenza di dichiarazione Tari, il Comune calcola la tassa in base al numero dei componenti del nucleo dei familiari. Il dato potrebbe essere però superiore rispetto a coloro che effettivamente usufruiscono dell’abitazione, pertanto è opportuno verificare il conteggio della Tari inviata dall’ufficio tributi. Infine c’è l’esenzione dal pagamento Imu per un genitore affidatario dei figli riguardo all’ex casa coniugale.