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Dopo che la scorsa edizione si era svolta in modalità esclusivamente virtuale, a Roma la Maker Faire torna in presenza. La fiera dell’innovazione per la prima volta si svolge negli spazi dell’ex gazometro e ospita invenzioni di vario genere dalla robotica alla mobilità sostenibile. La manifestazione è organizzata dalla Camera di Commercio della Capitale.
Tra i prodotti più interessanti c’è Tata, un cuscino intelligente in grado di ricordare ai genitori distratti la presenza dei bambini sul seggiolino dell’auto attraverso un’app. Ma anche Endriu, un robot igienizzatore in grado di muoversi autonomamente tra più ambienti. Un gruppo di studenti ha invece presentato i loro kart elettrici con cui hanno già iniziato una competizione nella loro scuola.
Fra gli ospiti più attesi di questa edizione di Maker Faire troviamo invece le donne afghane della robotica e l’astronauta Luca Parmitano. ‘Fast Forward – The Future in the Making’ è il tema dell’edizione 2021, organizzata in modalità ibrida, online e in presenza. La kermesse è in programma fino a domenica 10 ottobre. Negli spazi restaurati dell’ex gazometro gli organizzatori hanno allestito 240 stand per maker da tutta Italia e dall’estero.
Numerosi poi gli ospiti che si alterneranno per raccontare il futuro. Fra questi troviamo Roya Mahboob, Ceo dell’organizzazione no profit Digital Citizen Fund; il cui obiettivo è aiutare le ragazze e le donne nei Paesi in via di sviluppo ad accedere alla tecnologia e che si concentra sull’alfabetizzazione digitale per colmare il divario tra istruzione e mercato del lavoro.
Roya Mahboob, nominata tra le 100 persone più influenti al mondo dalla rivista Time nel 2013, è anche fondatrice di Afghan Dreamers, il gruppo di robotica femminile fondato nel 2017 a Herat. Grande attesa anche per l’intervento di Parmitano, astronauta dell’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea.
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Tra i protagonisti di questa nuova edizione della Maker Faire c’è anche Roya Mahboob, l’imprenditrice afghana da anni attiva per aiutare programmi di alfabetizzazione tecnologica per ragazze e donne dei paesi in via di sviluppo. Nonché fondatrice delle Afghan Dreamers, il gruppo di robotica femminile che nel 2017 aveva vinto il FIRST Global Robotics Competition a Washington, recentemente fuggito dall’Afghanistan rioccupato dai talebani. “Abbiamo aiutato migliaia di ragazze a formarsi – ha detto la Mahbood – e oltre 100 hanno già creato delle startup. Non abbiamo relazioni con i Talebani. Speriamo che il nuovo governo tenga in considerazione l’importanza dell’educazione, del ruolo delle donne. Le giovani afghane costruiscono robot, pensando di andare su Marte. Non permetteremo che tolgano loro il diritto di farlo“. La dreamer Azara Barakzai ha aggiunto: “Non intendo avere alcuna relazione con il governo attuale“.
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