Mes ed Eurobond sono i ‘trending topic’ di queste ultime settimane. Oggi, nella sua lettera riassuntiva, il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, scrive al presidente del Consiglio UE, Charles Michel, meglio spiegando le conclusioni a cui i ministri delle finanze sono giunti. Non escludendo sorprese positive per il governo italiano.
Centeno apre agli Eurobond: “L’Eurogruppo vuole il Recovery Fund”
“Siamo guidati da un senso di urgenza nel creare un Recovery Fund nel contesto di un piano di ripresa generale”. E’ questa la frase che, nella missiva inviata a Michel, Centeno “regala” a Giuseppe Conte per rinvigorire le speranze di ottenere titoli emessi a debito da parte dell’Unione Europea.
Si parla, infatti, di Recovery Fund, il quarto strumento su cui l’Eurogruppo ha aperto, consegnandolo al Consiglio Europeo; insieme a questo, l’ormai noto Meccanismo europeo di stabilità, Sure e il potenziamento della BEI.
Per fare chiarezza, è questo il vero motivo per il quale il ministro dell’Economia italiano, Roberto Gualtieri, ha giudicato positivamente il “primo tempo” giocato all’Ecofin: porre il Recovery Fund all’ordine del giorno del Consiglio Europeo significa mantenere viva la discussione sulle richieste italiane di Eurobond.
Il Recovery Fund: gli Eurobond non sono l’unica risposta
Sarà dunque il “secondo tempo” a decidere la partita, un secondo tempo nel quale entrerà in scena Giuseppe Conte.
Le parole di Centeno preparano al premier italiano e ai Paesi (Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna) che si battono per gli Eurobond un tavolo di discussione, con garanzie sul fatto che si voglia procedere in fretta, vista la crisi economica che il Coronavirus sta portando con sè dopo quella sanitaria.
Non è, però, tutto così semplice.
E’ proprio Centeno a descrivere perfettamente le due fazioni che se la vedranno in videoconferenza il 23 aprile, giorno in cui è riunito il Consiglio Europeo formato dai leader di ciascuno dei 27 Paesi membri: “Alcuni Stati sono dell’opinione che il Recovery Fund dovrebbe essere basato su emissioni comuni di debito, mentre altri sono per soluzioni alternative, in particolare nel contesto del bilancio Ue”.
La differenza è a dir poco sostanziale.
Fra dieci giorni, insomma, ci troveremo probabilmente davanti all’istituzione del Recovery Fund ma ancora non sappiamo questo fondo da dove attingerà: agire attraverso il bilancio UE o tramite emissioni di titoli europei è cosa ben diversa, con cifre e tempistiche molto differenti.
Conte e il Mes: perchè non utilizzarlo?
Vi è anche parecchia strategia dietro alle posizioni dei leader europei, rappresentanti di Paesi molto, a volte troppo, diversi fra loro e di conseguenza presenti al tavolo con esigenze diverse.
Basti pensare all’ormai nota battuta che Angela Merkel recapitò a Mario Monti nel 2012: “Eurobond? Not in my lifetime”.
Il piano di Conte è quello di non lasciare alternative ai suoi colleghi europei, in una sorta di aut aut che suonerebbe più o meno così: “O gli Eurobond o facciamo da soli”.
Ma perchè, si chiedono alcuni, non iniziare ad attingere da quei circa 37 miliardi che il Mes, per l’emergenza sanitaria e senza condizionalità, porta con sè?
La risposta è presto detta: Conte non vuole dar modo ai suoi interlocutori di mostrarsi “ammorbidito” da fondi derivanti da altri strumenti. Una mossa che spacca opinione pubblica, stampa (Mentana, per esempio) e politici anche vicini alle forze di maggioranza (Luigi Marattin, di Italia Viva, o il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, del PD) ma che Conte non vuole assolutamente perorare, anche per non prestare il fianco alle critiche provenienti dalle opposizioni, Matteo Salvini e Giorgia Meloni su tutti.
Insomma, la partita a scacchi è ancora nella sua fase delicata: le due squadre sono negli spogliatoi per l’intervallo, in attesa di ritrovarsi il 23 aprile e prendere finalmente una decisione comune.
Intanto, dopo l’endorsement verso una solidarietà fra i Paesi europei espresso dal presidente della Repubblica Federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier, anche Centeno mette il suo tassello verso una soluzione comune e solidale.