L’euro compie 20 anni. Il 1° gennaio 2002 vennero messe in circolazione le nuove banconote e monete, con il ritiro delle valute nazionali. La moneta unica europea è utilizzata in 19 paesi dove abitano 350 milioni di persone. Più in generale è la valuta più utilizzata al mondo dopo il dollaro. Significa che anche paesi che non la adottano la utilizzano per gestire scambi commerciali o emettere obbligazioni denominate in euro. Fuori dagli Stati Uniti circolano dollari per un ammontare pari a 13mila miliardi. Fuori dai paesi euro si trovano 3,4 mila miliardi di euro.
Tutto sommato, in questi 20 anni, l’euro sembra aver acquistato vigore, seppur con alti e bassi. I primi passi verso la moneta unica europea furono compiuti nel 1988. L’allora presidente della Commissione Ue, il francese Jacques Delors, europeista e uno dei padri dell’Unione, mise in piedi un comitato ad hoc i cui lavori gettarono le basi per il trattato di Maastricht. Quest’ultimo venne firmato nella cittadina olandese nel 1992, dopo duri negoziati, e costituì le fondamenta dell’euro.
In particolare il trattato fissava i parametri di finanza pubblica richiesti ai Paesi che avessero voluto adottare la moneta unica. Sono le famose regole del 3% del Pil come soglia massima di deficit e del 60% come limite per il debito. Già all’epoca l’Italia e il Belgio eccedevano quest’ultima cifra. Tuttavia visto il peso geopolitico del paese, membro fondante della Comunità europea, per Roma fu disposta una deroga con l’impegno a riportare gradualmente il debito al di sotto del 60%.
La Francia di François Mitterand ottenne la promessa che la moneta unica diventi realtà non più tardi del 1999. La Germania, restia ad abbondonare il suo marco, ricevette in garanzia una banca centrale disegnata sul modello della Bundesbank tedesca con la lotta all’eccessiva inflazione come compito principale. Alla fine il passaggio all’euro, e quindi ad una moneta più debole rispetto al marco, ha avuto l’effetto di favorire la costante crescita delle esportazioni di Berlino. Vantaggio che sembra aver superato quello ottenuto dai Paesi meno virtuosi in termini di minori interessi da pagare sul debito pubblico. Non mancarono incidenti di percorso, come la bocciatura del Trattato e della moneta unica nel referendum indetto dalla Danimarca.
La Bce diventa operativa nel 1998 e il 1° gennaio 1999 viene lanciato l’euro come moneta ufficiale di 11 Paesi. Sono: Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Finlandia e Austria. Nel 2001 si aggancia la Grecia e da Atene partirà nel 2009 la crisi più grave che la moneta unica ha dovuto attraversare nei suoi primi 20 anni. Si arriva così al 2002. Da allora si sono aggiunti alla moneta unica Slovenia (2007), Cipro e Malta (2008), Slovacchia (2009). E poi Estonia (2011), Lettonia (2014) e Lituania (2015). Alla guida della Banca centrale europea e quindi dell’euro, con sede a Francoforte, c’è oggi la francese Christine Lagarde. Prima di lei si sono avvicendati l’olandese Wim Duisenberg (1998-2003), il francese Jean Claude Trichet (2003-2011) e l’italiano Mario Draghi (2011-2019).
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