Molto probabilmente le finanze sconfinate di Elon Musk non saranno troppo scompaginate. Tuttavia l’ultima “folle” idea del fondatore di Tesla è state lasciare decidere a un sondaggio su Twitter il destino del 10% della sua creatura: l’azienda delle auto elettriche che ormai ha il più alto valore di mercato a Wall Street. Elon Musk ha dichiarato che rispetterà il parere espresso dai suoi follower su Twitter, ovvero quel 57,9% che ha risposto di sì all’ipotesi che vendesse il 10% della sua partecipazione azionaria in Tesla. Musk detiene oggi il 17,2% del capitale azionario di Tesla. Il valore del 10% è stimato in circa 21 miliardi di dollari.
Il messaggio però è più rivolto a chi vuole far pagare di più i Paperoni d’America per finanziare l’agenda economica e sociale della Casa Bianca, tassando anche le cosiddette “plusvalenze virtuali” di chi possiede titoli il cui valore è arrivato alle stelle. Proprio come quelli di Tesla, che hanno permesso a Musk di diventare l’uomo più ricco del pianeta (patrimonio di 306,4 miliardi di dollari) con un patrimonio cresciuto del 1.700% in soli due anni. Nel mirino del visionario della Silicon Valley una proposta di legge avanzata dai democratici in Senato con cui si intende tassare non solo i capital gains, cioè i guadagni ottenuti dalla vendita di pacchetti azionari, ma anche le “plusvalenze virtuali” legate alle azioni che non vengono vendute.
L’idea arriva dal presidente della commissione finanze del Senato, Ron Wayden. Si tratta di una norma che prenderebbe di mira circa 700 tra le persone più ricche d’America, da cui attingere preziose risorse per finanziare il maxipiano da 1.800 miliardi di dollari del presidente Joe Biden. Quello che contiene drastiche misure sociali e per combattere i cambiamenti climatici fortemente volute dalla sinistra dei democratici. Ma in parte avversate dai moderati. Da qui il futuro incerto, con un voto in Congresso per ora previsto entro fine novembre. Ecco allora che la presa di posizione di Musk infiamma ulteriormente il dibattito, nei giorni in cui Biden continua a ripetere la necessità di ricostruire il Paese facendo pagare di più le persone e le aziende più ricche.
Il fondatore di Tesla contesta che le “plusvalenze virtuali” siano legate al concetto di elusione fiscale. E spiega come per lui l’unico modo per pagare le tasse è vendere le azioni in suo possesso. Con conseguenze imprevedibili sull’andamento del titolo e i riflessi sul mercato. “Si parla molto ultimamente di plusvalenze non incassate come metodo di elusione fiscale. Dunque propongo di vendere il 10% delle mie azioni di Tesla. Siete d’accordo?”. Questo era il quesito posto da Elon Musk il 6 novembre sul suo profilo Twitter. Musk, l’uomo più ricco del mondo, con una fortuna di, prometteva di “rispettare il risultato del sondaggio, comunque vada”.
“Non ricevo salari né bonus”, ha spiegato il fondatore di Tesla, secondo cui “l’unico modo che ho di pagare una tassa sulla mia ricchezza personale è di vendere le azioni”. La proposta di Musk ha suscitato però grande nervosismo tra gli investitori di Tesla, che temono un brusco calo della quotazione del titolo aziendale.
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