Le e-mail del Doge, il Dipartimento per l’efficienza del governo degli Stati Uniti, sono arrivate anche alle Basi militari in Italia, inclusa Aviano. I sindacati protestano, affermando che i dipendenti italiani non devono rispondere. Si aspettano chiarimenti dalla Jcpc
Recentemente, i dipendenti delle basi militari americane in Italia, in particolare quella di Aviano situata in provincia di Pordenone, hanno ricevuto una comunicazione significativa da parte del Doge, un nuovo organismo creato dal governo statunitense sotto la direzione di Elon Musk. Questa iniziativa ha suscitato diversi interrogativi e preoccupazioni tra i lavoratori italiani, i quali sono stati chiamati a fornire un resoconto delle loro attività settimanali.
La comunicazione e le reazioni
Le e-mail inviate dal Doge hanno raggiunto non solo i dipendenti governativi americani, ma anche il personale locale, inclusi i vigili del fuoco e il personale scolastico. Inizialmente, era stato comunicato che i dipendenti italiani non erano tenuti a rispondere a tali richieste. Angelo Zaccaria, coordinatore sindacale della Base di Aviano per UilTucs, ha riferito che, in seguito a richieste di chiarimenti, è emerso che anche i dipendenti italiani sarebbero stati coinvolti nella procedura di resoconto. Questa situazione ha generato una forte reazione da parte dei sindacati, che si sono attivati per ottenere chiarimenti a livello nazionale, sottolineando che i contratti dei dipendenti italiani sono regolati dalla legislazione italiana e non da quella americana. “Spiegate se siete utili“, recitano le e-mail inviate ai dipendenti.
Il ruolo del Doge
Il Doge, acronimo di “Department of Government Efficiency”, è stato istituito nel novembre 2023 con l’obiettivo di ottimizzare le spese e i regolamenti del governo federale statunitense. Anche se non è un organo ufficiale del governo, la sua influenza sta già iniziando a farsi sentire in vari ambiti, e le e-mail inviate ai dipendenti hanno sollevato discussioni accese.
La richiesta di fornire un resoconto delle attività settimanali è parte di un’iniziativa più ampia volta a migliorare l’efficienza e la trasparenza all’interno delle agenzie governative. Tuttavia, questo approccio ha suscitato preoccupazioni riguardo alla privacy e alla protezione dei dati sensibili, con alcuni dipendenti che hanno espresso riluttanza a fornire informazioni per paura di possibili ripercussioni.
Risposte dai sindacati e comunicazioni ufficiali
I rappresentanti sindacali, tra cui Roberto Del Savio della Fisascat-Cisl, hanno avviato un dialogo con la Joint Civilian Personnel Committee (JCPC), l’ente ufficiale per le questioni relative ai dipendenti civili in Italia. Questa iniziativa è fondamentale per chiarire la posizione dei lavoratori italiani e per garantire che i loro diritti siano rispettati.
In un recente aggiornamento, l’ufficio Public Affairs del 31° Fighter Wing ha comunicato che, secondo le informazioni disponibili, la direttiva del Doge non dovrebbe riguardare i dipendenti italiani. Tuttavia, questa comunicazione non è stata ancora ufficialmente trasmessa alle rappresentanze sindacali, creando così un ulteriore senso di incertezza.
L’implementazione delle direttive del Doge potrebbe avere un impatto significativo non solo sui dipendenti delle basi militari americane in Italia, ma anche sul modo in cui le agenzie governative operano a livello globale. La crescente enfasi sull’efficienza e sulla riduzione dei costi potrebbe portare a ristrutturazioni e cambiamenti nelle modalità operative, influenzando così le dinamiche lavorative e le relazioni tra i dipendenti e i loro datori di lavoro.
L’attesa di chiarimenti da parte della JCPC e le reazioni dei sindacati saranno cruciali per determinare come si evolverà questa situazione nei prossimi mesi.