La digitalizzazione è un fattore, qualsiasi sia l’ambito in cui è implicata, sempre più importante e, ormai, necessario all’interno di ogni azienda. L’Italia, purtroppo, si è posizionata al 20esimo posto dell’indice DESI, utilizzato per misurare il grado di digitalizzazione dei 27 Stati membri dell’UE.
Considerato il basso livello di digitalizzazione del Paese e delle aziende, diventa necessario prendere provvedimenti mirati ed efficaci per andare incontro alle opportunità attuali e future date dal comparto digitale.
Il basso livello di digitalizzazione all’interno delle imprese italiane porta inevitabilmente a delle mancate opportunità di business, soprattutto in termini di produttività.
Secondo lo studio “Il contributo dei social network e dei canali digital per la crescita e la digitalizzazione delle PMI italiane”, realizzato per Meta da The European House-Ambrosetti, se l’Italia raggiungesse il livello di digitalizzazione delle piccole e medie imprese di Danimarca, Finlandia e Svezia potrebbe aumentare fino al 9,2% la produttività del lavoro delle piccole e medie imprese, generando fino a quasi 25 miliardi di euro aggiuntivi di contributo al PIL.
Oltre all’aumento della produttività delle aziende stesse, si verrebbero a creare nuove posizioni di lavoro collegate a tutto ciò che fa parte del mondo digitale, utilizzando i social network, per esempio. Grazie a questo, le imprese sarebbero in grado di attrarre nuovi clienti, soprattutto tra i più giovani, particolarmente attenti ai trend e a tutto quello che riguarda i social.
Tra i dati più indicativi del ritardo digitale delle aziende tricolori c’è quello relativo alle competenze digitali: le piccole e medie imprese italiane sono infatti al 21° posto in Europa, con livelli ancora troppo bassi di presenza di esperti ICT rispetto alla media europea (12% contro il 18% dell’UE).
La carenza più determinante riguarda l’incapacità di fornire un’adeguata formazione digitale ai propri dipendenti: solo il 15% delle imprese italiane è in grado di farlo (contro il 18% della media UE).
Una buona formazione aziendale consente di aumentare le competenze del singolo dipendente (e di conseguenza del team di appartenenza), con un impatto positivo non solo sull’evoluzione professionale dell’azienda, ma anche sull’ampliamento del business. L’aggiornamento e l’ampliamento delle competenze digitali del personale deve rientrare quindi tra le priorità delle aziende, a prescindere dalle loro dimensioni.
Le soluzioni disponibili sono diverse: dalle possibilità di “contaminazione” interna all’azienda ai corsi organizzati da enti esterni, ogni occasione può essere assolutamente preziosa in termini di stimolo e di crescita. Le occasioni per farlo sono ormai numerose, anche grazie alle risorse presenti ormai interamente online e in grado di offrire una formazione tecnica approfondita.
Opportunità di questo tipo si rivelano preziose anche per cambiare percorso professionale e investire su una carriera del tutto nuova (anche partendo da zero). Alcune realtà all’avanguardia, infatti, propongono corsi professionalizzanti di alto livello e disponibili al 100% online. Se si desidera lavorare nel settore dello sviluppo web (tra i più richiesti del mercato), per esempio, basta frequentare un corso di pochi mesi per ottenere tutte le competenze necessarie e diventare sviluppatore web, ricoprendo una delle posizioni lavorative meglio pagate del momento.
In sintesi, le possibilità di evoluzione individuale e aziendale sono ormai alla portata di tutti. Per riuscire a cogliere tali importanti opportunità è indispensabile essere consapevoli delle potenzialità attuali e future date dal mercato del lavoro (che si sta spostando sempre più sul versante digitale) e impegnarsi il più possibile per trarne vantaggio.
Indipendentemente dalla posizione lavorativa che i giovani andranno ad occupare in futuro, fondamentale rimane la formazione: un dipendente aggiornato e in possesso di diverse competenze tecniche è una risorsa fondamentale per l’azienda e per le sue possibilità di business.
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