Nel 2020 la piattaforma di videoconferenza Zoom era talmente popolare da entrare a far parte del vocabolario e dell’uso comune, come già accaduto per Uber e Google. Ora, invece, la situazione sembra ben diversa, come certifica la maxi svalutazione delle azioni registrata nel 2021 (-60%). Allo stesso modo, altri colossi tech stanno affrontando delle turbolenze sui mercati.
Perché i colossi tech crollano in Borsa
Ne è un esempio la piattaforma di streaming Netflix, a cui abbiamo dedicato questo approfondimento. Sebbene sia prematuro parlare di crisi, è suonato come un campanello d’allarme il crollo in Borsa (-20%) del 21 gennaio. Ed è così anche per la società di fitness Peloton, molto popolare negli Usa durante la pandemia per le sue lezioni in streaming. Giovedì scorso, il titolo ha perso circa il 25%.
L’iniziale sovrastima del valore delle azioni
Insomma, cosa sta succedendo ai colossi tech sul mercato? Stando a questa analisi del Washington Post, i fattori che hanno contribuito ad aggravare la situazione sono molteplici. C’è ad esempio l’ipotesi di un’iniziale sopravvalutazione del reale valore delle azioni di queste società. Nel 2020, infatti, gli investitori cercavano un modo per capitalizzare in un delicato momento economico, dovuto alla pandemia di Covid-19.
La fine dei lockdown e le riaperture
Secondo David Trainer, della New Constructs di Nashville, si è valutato in modo errato su quali basi poggiassero determinate società e di conseguenza anche la loro stabilità sul medio-lungo periodo. Il secondo fattore è invece l’allentamento delle restrizioni e il progressivo abbandono delle attività da remoto. Ciò che ha inciso di più sull’affossamento in Borsa di Peloton è stata infatti la riapertura delle palestre.
La costante crescita della concorrenza
Tanto che ora l’azienda di fitness si è vista costretta a ristrutturare il suo organico con dei tagli al personale. E secondo alcuni analisti finanziari il profondo rosso delle azioni di Peloton è destinato a perdurare anche nel 2022. Infine, a incidere è la concorrenza, in costante crescita specialmente nel settore tech. È successo ad esempio per Netflix, che oggi ha a che fare con numerosi competitor nel mondo dello streaming online.
Una crisi “endemica”?
Ma anche per Zoom che, complici alcune falle interne, rischia di mostrarsi meno “performante” per gli utenti, i quali preferiscono quindi puntare su altri provider. I tre citati, comunque, sono solo degli esempi di ciò che per alcuni esperti rischia di diventare un fenomeno endemico nel mondo imprenditoriale e finanziario. “Visto come il mondo è drammaticamente cambiato negli ultimi due anni – commenta al Post Wayne Wicker della MissionSquare Retirement – il panorama competitivo delle imprese va ripensato per molte industrie”.