Nei prossimi dodici mesi in Italia ci sarà il boom del Made in Italy. Sembra un gioco di parole e invece è il dato che viene fuori da uno studio di Alvarez & Marsal, che ha previsto un aumento fra i 3 e i 4 miliardi di euro delle vendite dei prodotti italiani, con una riduzione dell’import di quasi il 3,5%. Sembra, quindi, che il Covid abbia rivoluzionato a tal punto le filiere produttive da portare a una riorganizzazione dei modelli e delle catene di approvvigionamento. Con effetti che già si possono leggono nei consumi.
Un Made in Italy ‘obbligato’ dall’emergenza
Il report, svolto in collaborazione con Retail Economics sulle 30 principali catene di distribuzione presenti in sei paesi europei (Italia, Francia, Inghilterra, Spagna, Germania e Svizzera), evidenzia come il fenomeno del Made in Italy (in Italia) si inserisca in una voglia più generale dei rivenditori europei di progettare catene di fornitura più intelligenti, affidabili e, come nel caso dell’Italia, più corte. La ricerca, infatti, racconta come il 70% abbia ritenuto necessario rivedere la propria catena di fornitura proprio alla luce dei cambiamenti generati dalla pandemia.
Gli effetti della crisi Covid sui retailer hanno fatto emergere, in particolare, l’eccessiva dipendenza da singoli fornitori e l’inadeguatezza di rotte di approvvigionamento da un unico Paese (spesso asiatico) per molte aziende. Secondo l’indagine, nei prossimi mesi il 46% dei rivenditori prediligerà una politica di near-shoring, cioè di riavvicinamento delle fonti di approvvigionamento. Ma assisteremo anche a una spinta verso l’on-shoring, ovverosia il riportare all’interno dei confini nazionali l’intera o una parte prevalente della filiera di produzione.
Anche Coldiretti conferma questo scenario
Lo scenario è in qualche modo confermato da un’indagine Coldiretti/Ixè, secondo cui l’82% degli italiani, con l’emergenza Coronavirus, sugli scaffali dei rivenditori cerca prodotti tricolore. Perché lo fa? “Per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio”, spiegano dalla maggiore associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana. Un orientamento emerso con il successo della campagna #mangiaitaliano promossa proprio da Coldiretti e Filiera Italia, che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione. “I prodotti italiani che richiamano l’italianità superano ormai il 25% del totale food”, analizzano basandosi sui dati dell’Osservatorio Immagino.