Coronavirus, Boeri: “Le norme siano comprensibili per i cittadini”

L’economista Tito Boeri, ex presidente dell’Inps, ha commentato le misure relative alla cosiddetta ‘Fase 2’ dell’emergenza Coronavirus senza risparmiare alcune critiche: “Ci sono tantissime cose che non sono state chiarite. Se limitiamo al riapertura solo ad alcuni settori l’economia non riuscirà mai a riattivarsi, perché le interdipendenze sono molto forti. Ragionare con una logica attenta solo alle classificazioni Ateco può essere pericoloso”.

Il suggerimento per la ‘Fase 2’

“Bisogna razionalizzare i provvedimenti economici – ha detto l’economista – come il decreto Aprile, che sta diventando il decreto Maggio: speriamo che il tempo che è passato serva a fare un decreto migliore del Cura Italia, che era totalmente incomprensibile.

“Bisogna che i cittadini possano capire le norme adottate – ha aggiunto Boeri -. La task force di Colao credo abbia lavorato bene, poi le scelte devono essere fatte dalla politica. Chi prende le decisioni non deve scaricare la responsabilità sui tecnici.

La questione immigrazione

Più di 370 firmatari tra economisti, immunologi, virologi e giuristi, hanno sottoscritto un appello per la regolarizzazione degli immigrati irregolari in tutti i settori economici italiani. È un problema non soltanto economico e sanitario, ma di salute pubblica e ordine pubblico – ha dichiarato in merito l’ex presidente dell’Inps -. Gli irregolari possono recarsi al pronto soccorso ma non interagire con i medici di base”.

Su questo tema in particolare è intervenuto anche il professor Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università di Tor Vergata: “Il Parlamento sta discutendo di una possibile regolarizzazione per i lavoratori nel settore agricolo: noi sosteniamo l’importanza di estendere questa regolarizzazione a coloro che lavorano nel settore dell’industria, dell’artigianato e dei servizi alle persone”.

Anche per Becchetti si tratta di un problema di ordine non solo economico, ma anche sanitario. “Come è possibile pensare che la ‘Fase 2’ possa funzionare – ha detto – quando ci sono 600mila lavoratori invisibili che si rimetteranno in marcia sfuggendo ai controlli sanitari?”.

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