Nel 2020 la spesa degli italiani è scesa di 123 miliardi. Un calo, secondo l’elaborazione di Confesercenti sui dati dell’istat, pari a circa 5mila euro in meno a famiglia. Questo è il dato peggiore di sempre nella storia del nostro Paese.
Alberghi, ristoranti e trasporti i settori più colpiti
La spesa scende soprattutto per quanto riguarda alberghi e ristoranti, con un calo che si aggira intorno ai -43 miliardi. Secondo i dati di Confesercenti, quasi 120 milioni di euro in meno al giorno. Al secondo posto, a causa delle restrizioni sulla mobilità, i trasporti, che segnano -33 miliardi di euro.
A scendere nel 2020 è anche la spesa per attività ricreative e cultura, -16, 3 miliardi. I dati di Confesercenti hanno rivelato il calo anche per il settore moda, che segna -13,2 miliardi per l’acquisto di abbigliamento e calzature.
Infine, a scendere sono anche le spese sostenute dalle famiglie per la salute, -2,3 miliardi, e gli investimenti in istruzione, quasi -1 miliardo nel 2020.
Aumentate invece le spese per la casa e per lo smartworking
Nel corso del 2020, secondo i dati di Confesercenti, sono invece aumentate le spese legate alla casa. Gli italiani, infatti, hanno speso +2,8 miliardi di euro in prodotti alimentari. Aumenta anche, in oltre, la spesa per dispositivi elettronici, canoni e rete dati, che segna un aumento di 635 milioni.
“L’impatto della pandemia sui consumi, che valgono il 60% del PIL, avrà conseguenze su tutto il sistema Paese”. A dirlo è Patrizia De Luise di Confesercenti. “L’economia della distanza, inoltre, ha messo le ali agli e-commerce e rischia di incidere negativamente sulle attività di prossimità. Queste rendono vive, e sostenibili, le nostre città”. De Luise ha inoltre aggiunto che senza la ripresa del mercato interno, nel nostro Paese sarà “difficile tornare a crescere”.
“Anche con le riaperture, a fine 2021 avremo recuperato solo 40 dei 120 miliardi di euro di consumi persi nel 2020. Anche il recupero dei redditi sarà modestissimo. Un’accelerazione può venire dalla leva fiscale. Serve una riforma per dare slancio alla ripartenza delle imprese e per liberare risorse delle famiglie, anche considerando che l’ultimo adeguamento degli scaglioni Irpef all’inflazione è avvenuto quasi 15 anni fa” ha spiegato De Luise.