“L’Italia in risalita dalla voragine, ma l’esito è incerto. A fine 2022 gap colmato, la condizione è la campagna vaccinale“. A spiegarlo è Confindustria, nel suo rapporto di previsione CSC pubblicato nella giornata di sabato.
Confindustria: le previsioni sul PIL entro il 2022
Il Centro Studi Confindustria, si legge nella nota, “prevede un graduale recupero del PIL italiano, concentrato nella seconda metà di quest’anno“. Il Prodotto interno lordo dovrebbe arrivare “al +4,1% nel 2021 e al +4,2% nel 2022“. Di conseguenza “a fine 2022 l’economia dovrebbe colmare la voragine aperta nel 2020 dalla pandemia“.
Queste previsioni, però, non sono buone come sembrerebbero: “Rispetto allo scenario di ottobre, per il 2021 si ha una revisione al ribasso di 0,7 punti. Questa previsione – spiegano da Confindustria – è condizionata all’avanzamento della vaccinazione di massa in Italia ed Europa“. Ma la situazione dovrebbe ulteriormente sbloccarsi nella seconda metà del 2021: “L’ipotesi è che il Covid sia contenuto in modo efficace dai prossimi mesi“.
L’importanza del Recovery Plan
Tanto potrebbe cambiare grazie a Next Generation EU, ossia l’attuazione del Recovery Plan. “Un importante contributo alla risalita del PIL sarà fornito dagli effetti derivanti dalle risorse europee che spetterebbero all’Italia“, sottolinea infatti Confindustria. Che, sulla base dei dati del suo Centro Studi, aggiunge: “Secondo una simulazione econometrica CSC, senza il programma NG-EU il recupero del PIL sarebbe minore di 0,7% nel 2021 e di 0,6% nel 2022“.
Ulteriore ottimismo, inoltre, proviene da altri settori. “Le esportazioni italiane, in profonda caduta nel 2020 (-13,8%), risaliranno dell’11,4% nel 2021 e del 6,8% nel 2022, sostenute dalla ripresa della domanda mondiale. Dopo l’ampia perdita nel 2020 (-9,1%), gli investimenti sono previsti aumentare a ritmi elevati. Nel 2021 del +9,2%, anche se gran parte del recupero è stato già ‘acquisito’ nella seconda parte del 2020. Nel 2022 oltre i valori pre-Covid (+9,7%), grazie al migliore contesto internazionale“, illustra Confindustria. Ma i nodi non mancano: “La ripartenza dell’economia italiana è complicata dal forte rincaro delle materie prime, accentuatosi a inizio 2021, che riguarda i metalli e gli alimentari, oltre al petrolio“.