Confindustria e la crisi: “In Italia
vero rilancio del Pil solo a luglio”

Confindustria vede attraverso il proprio Centro studi una lenta ripresa per l’Italia, che però non potrà attraversare un reale rilancio prima del mese di luglio 2021. Le restrizioni anti Coronavirus ancora in corso avranno infatti conseguenze sul fronte del Pil. “Nel primo trimestre un recupero dell’attività è ormai compromesso“, si evidenzia.

Confindustria: previsioni e appelli per il 2021

Cresce la probabilità di un segno positivo del Pil già nel secondo trimestre, ma si conferma che un vero rimbalzo si potrà avere solo nel terzo trimestre“, spiega Confindustria. Il richiamo è anche quello di potenziare la campagna vaccinale. “Deve essere più rapida“, è il chiaro appello. La speranza è infatti che il successo del vaccino permetta di mettersi alle spalle l’epoca delle chiusure di massa.

Un allentamento delle restrizioni potrebbe rilanciare fortemente i consumi“, è l’osservazione di Confindustria. E questo aspetto risulta molto importante, dato che “sui mercati finanziari c’è più fiducia nell’Italia ma i consumi restano in attesa, pronti a scattare“. Lo scenario sul Pil in prospettiva 2021, insomma, è in miglioramento. Ma bisogna intervenire ulteriormente, a partire dalla somministrazione dei vaccini alla popolazione. Anche solo “per rispettare gli obiettivi della tabella di marcia prevista dall’Ue“.

Italia, Europa e non solo: fotografia della crisi

Il Centro studi di Confindustria scatta poi una fotografia dell’Italia e di come si sta fronteggiando la crisi sanitaria e conseguentemente quella economica e sociale. Nel nostro Paese, si spiega, i servizi vanno peggio dell’industria e ciò che sta particolarmente arrancando sono gli investimenti privati. Per il settore la ripartenza si sta rivelando particolarmente difficoltosa, come per l’export.

Un quadro che inevitabilmente non riguarda solo l’Italia. Confindustria sottolinea infatti che tutti gli scambi mondiali presentano una dinamica incerta. In particolare si denuncia una sofferenza dell’intera Eurozona, mentre grande attenzione è rivolta agli Stati Uniti. La nuova amministrazione di Joe Biden ha già messo in campo nuove, massicce misure di policy. A partire dall’American Rescue Plan, un intervento federale che dovrebbe mettere in circolazione qualcosa come 1.891 miliardi di dollari in tre anni. E il Vecchio Continente, alle prese con il piano Next Generation Eu (il famoso Recovery Fund) guarda con attenzione anche a ciò che avviene oltre l’Atlantico.

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