Il maxi lockdown anti Covid in corso a Shanghai genera pesanti ricadute sul mondo del commercio. A lanciare l’allarme sono le società di logistica e le compagnie aeree, che denunciano le crescenti difficoltà nel reindirizzamento delle merci per aggirare la metropoli cinese.
E non è nemmeno la prima volta che il trasporto delle merci risente in negativo della situazione pandemica. Basti pensare al caso della protesta dei camionisti no-vax canadesi, che a febbraio avevano bloccato il valico di frontiera con gli Usa costringendo alla chiusura temporanea di alcune fabbriche e spingendo il governo del premier Justin Trudeau a invocare delle leggi speciali contro gli autotrasportatori. Allo stesso modo, anche la situazione in Cina preoccupa: vediamo perché.
Come riporta l’Agi, per le associazioni di categoria le sfide logistiche per il trasporto marittimo e aereo “sono estreme”. Reindirizzare le merci sta infatti diventando sempre più difficile e costoso in quanto le strutture cargo in altre città cinesi sono ormai sovraffollate.
Secondo le stime, oltre il 90% dei camion è fuori servizio: ai tir è infatti vietato entrare e uscire da Shanghai senza un permesso speciale, valido per 24 ore e solamente per percorsi specifici. Ma, avverte Seko Logistics, “anche con questa organizzazione è possibile che i camion prenotati vengano requisiti dal governo per trasportare forniture di aiuti”.
Proprio la scarsità di rifornimenti alimentari e sanitari ha scatenato una forte ondata di proteste fra i cittadini. Seko afferma inoltre che il suo team a Shanghai ha assistito a una diminuzione dell’80% dei ritiri di container dall’esterno dell’area di blocco a causa della carenza e delle restrizioni per i conducenti. Questi ultimi si devono infatti sottoporre a un tampone anti Covid e ottenere i pass speciali.
Le limitazioni per l’accesso dei tir ai terminal portuali di Shanghai sta dunque causando un accumulo di container e un generale rallentamento dei trasferimenti delle navi. Anche la compagnia di spedizioni statunitense AIT Worldwide Logistics lamenta disagi e conferma il blocco dei container e dei camion a Xiamen e Guangzhou.
Il più grande operatore di navi portacontainer al mondo, Mediterranean Shipping Co., nei giorni scorsi ha invece reso noto che inizierà a scaricare i reefer in altri porti. Il motivo? A Shanghai non ci sono prese di corrente disponibili a cui collegarsi. A meno che entro una settimana i clienti non richiedano uno specifico cambio di destinazione, i container refrigerati saranno dunque scaricati in porti intermedi o alternativi a scelta del vettore.
E non si esclude l’applicazione di costi aggiuntivi per il trasbordo, lo stoccaggio, il noleggio dell’attrezzatura e il collegamento elettrico. La situazione è complessa perfino per gli scali aeroportuali, tanto che il colosso cinese Shanghai Pudong International Airport Cargo Terminal (Pactl) ha ridotto la sua attività ed effettua solo operazioni sporadiche. Con un effetto domino non indifferente sul commercio mondiale.
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