Borsa, Italia mai così bene dal 2008: che cosa è cambiato da allora

L’indice Ftse Mib ha chiuso la giornata di lunedì in rialzo dell’1,23%. Questo comporta il fatto che la Borsa di Milano abbia toccato quota 27.206 punti, che rappresenta il punto massimo di Piazza Affari da 13 anni a questa parte.

Cosa succedeva nel 2008 alla Borsa (in Italia e non solo)

La nostra Borsa non viveva un tale stato di salute dal mese di agosto 2008. Era il periodo in cui gli effetti della crisi finanziaria iniziata negli Usa nel 2007 iniziarono a far vedere tutti i propri effetti anche in Italia. Dove proprio dall’estate dell’anno successivo ebbe inizio quella “Grande recessione” che da noi più che altrove è stato difficile mettersi alle spalle.

Se infatti il tutto era detonato con il crollo dei mutui subprime negli Stati Uniti (e allora si era ancora negli ultimi mesi del 2006), la crisi si estese poi alle banche. Americane, e poi mondiali. Tanto che dovettero intervenire la Federal Reserve e le banche centrali (a partire, in Europa, dalla BCE). Il tutto si trascinò poi in Borsa, dove anche Wall Street dovette affrontare un tragico -25,9% tra settembre e ottobre 2008. E nel 2009 in tutta Europa il Pil crollò, con l’Italia (-3,1%) seconda solo all’Irlanda (-5,0%).

Gli effetti della crisi: la “Grande recessione” del 2009

Da sottolineare che la fragilità del sistema creditizio, unito alla sfiducia degli investitori e alle esportazioni ridotte all’osso, si fece particolarmente sentire in Italia. Dove, non a caso, i problemi di Pil, l’altissimo debito pubblico e la crescita economica praticamente ferma scoraggiarono gli investitori. Il risultato fu una scomparsa di capitali che si mostrò in tutta la propria severità tanto nel settore privato (il mercato delle automobili scese del 48,9%) quanto a livello statale. Con la Borsa che boccheggiava, il debito pubblico alle stelle e il famigerato Spread (ossia il rapporto tra il valore dei nostri titoli di Stato e quelli della Germania) sempre più severo.

La Borsa torna a respirare: i titoli più in salute

Ebbene, a distanza di 13 anni l’Italia sembra essersi finalmente messa alle spalle quella fase criticissima della propria storia. Tra i titoli che meglio hanno figurato a Piazza Affari spicca Moncler (+2,8%). Ma è consistente la crescita in Borsa anche di Eni, il cui +2,7% è dovuto anche alla tenuta del prezzo del petrolio attorno agli 84 dollari al barile. Importanti i 210,6 euro di Ferrari (massimo storico). Tra i titoli di credito comanda Fineco, con un +2,2%. Nel settore bancario spicca Intesa (+1,5%).

Ma la Borsa appare in salute in tutta Europa, come dimostra l’Euro stoxx 600. Tale indice, che raggruppa i principali titoli europei, ha registrato a sua volta il proprio massimo storico sfiorando i 479 punti. Una riprova del fatto che in questa fase i listini azionari respirano grande ottimismo, indipendentemente (una volta tanto) dai titoli di Stato. E lo dimostra il fatto che, invece, le notizie dallo Spread non sono buone. Tanto che la giornata si è chiusa a 131, uno dei livelli più alti dell’ultimo anno.

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