Il Ministero dell’Economia, in collaborazione con Palazzo Chigi, sta elaborando un Piano cashback per ridurre i pagamenti con banconote e incentivare quelli elettronici. In particolare, dal 1° dicembre 2020 potrebbe arrivare un rimborso fino a 300 euro all’anno per coloro che avranno utilizzato carte di credito e bancomat per effettuare acquisti. Accedere al bonus bancomat, però, richiede la soddisfazione di alcuni requisiti: vediamo quali sono.
Nel corso della discussione sulla scorsa Legge di Bilancio lo avevano definito bonus befana: ad oggi, però, è stato chiamato bonus bancomat. L’idea di fondo rimane la stessa: la previsione di un rimborso per coloro che utilizzeranno moneta elettronica per i pagamenti. In particolare, sono previsti fino a 300 euro all’anno per i pagamenti con carte di credito o bancomat a fronte di una spesa minima pari ad almeno a 3.000 euro. Dunque, il bonus potrebbe rappresentare il 10% della spesa effettuata.
Dall’altro lato, oltre alla soglia di spesa, è stato previsto anche un numero minimo di operazioni da effettuare. In questo modo, il governo tenta di incentivare qualsiasi tipo di spesa con la carta, anche i piccoli acquisti quotidiani. L’obiettivo a lungo raggio è quello di combattere l’evasione fiscale.
Di pari passo con il bonus per i pagamenti elettronici, dal 1° luglio 2020 è scattato anche il nuovo tetto massimo all’utilizzo dei contanti. Fino al 31 dicembre 2021 la soglia massima di spesa per utilizzare i contanti è scesa da 2.999,99 a 1.999,99 euro. A partire da gennaio 2022, inoltre, il limite dovrebbe scendere ulteriormente a 999,99 euro.
In corrispondenza a questa nuova norma, inoltre, dal 1° luglio è scattato – per gli esercizi commerciali – l’obbligo di adeguamento e utilizzo del Pos per i pagamenti elettronici. Di conseguenze sono stati introdotti un credito d’imposta per le commissioni dei piccoli esercenti, detrazioni fiscali e un’esenzione per l’utilizzo di buoni pasto elettronici.
In vista dell’introduzione del bonus bancomat, il premier Conte ha inviato una richiesta agli operatori del settore chiedendo un “adeguamento tecnologico“. Per far dialogare il sistema dei pagamenti con la macchina dello Stato occorre la rendicontazione delle transazioni con la piattaforma PagoPa e con le piattaforme bancarie. Dall’altro lato è necessario anche un successivo trasferimento delle informazioni all’Agenzia delle Entrate. Per poter prendere il via, comunque, il piano cashback avrà bisogno dell’approvazione del Garante della Privacy e della Corte dei Conti.
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