Si torna a parlare del fatidico Bonus 200 euro, e di coloro che potranno beneficiarne. Il decreto Aiuti ha infatti cambiato la platea di coloro che potranno ricevere l’atteso assegno dallo Stato. E le polemiche non mancano, dato che qualcuno potrebbe percepirlo subito, qualcuno due volte, mentre ad altri potrebbe spettarne solo una parte, e tra molti mesi.
Il primo via libera alla misura era arrivato lunedì 2 maggio, e prevedeva che il Bonus 200 euro andasse a chi in Italia percepisce un reddito uguale o inferiore a 35 mila euro all’anno. Destinato inizialmente ai soli lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati, l’elenco vide nel tempo aggiungersi lavoratori stagionali, lavoratori domestici, colf e anche percettori di reddito di cittadinanza. Ognuno di essi riceverà la cifra automaticamente (senza quindi presentare alcuna domanda) nei propri conti in banca nel mese di luglio 2022. Ora, però, per diverse categorie esistono zone oscure nel provvedimento.
Il problema è che, in base a quanto precisato dal decreto Aiuti, non tutti i dipendenti con reddito inferiore a 35 mila euro potranno percepire il Bonus 200 euro. Centrale infatti non è il reddito del lavoratore, ma lo sconto IVS. Ovvero l’esonero dal pagamento delle tasse cui ha diritto chi, tra gennaio e aprile 2022, presentava specifiche condizioni reddituali.
Lo spiega l’articolo 31 del fatidico decreto Aiuti, dove si legge che l’indennità del Bonus 200 euro spetta ai lavoratori dipendenti che già hanno usufruito dello sconto dello 0,8% sui contributi nel primo quadrimestre del 2022. Tutte categorie il cui elenco è inserito nell’articolo 1, comma 121, della Legge di Bilancio 2022. Ognuno di loro deve presentare uno stipendio mensile non superiore ai 2.692 euro più tredicesima. Questo vale, però, solo per i lavoratori dipendenti.
La situazione di chi percepisce una pensione, invece, è regolata dall’articolo 32. Qui si specifica che il Bonus 200 euro spetta a tutti coloro che nel 2021 hanno denunciato un reddito (personale, non ISEE) inferiore ai 35 mila euro lordi. Questo vale sia per le pensioni di reversibilità che per quelle di invalidità. Anche in questo caso il calcolo dell’INPS resta automatico, e non serve fare domanda. Il vero problema riguarda lavoratori autonomi e partite Iva, ma non solo.
Per quanto riguarda gli autonomi, il decreto Aiuti aveva istituito un fondo da 500 milioni di euro. Soldi da regolamentare tramite un nuovo decreto che deve arrivare tassativamente entro il 16 giugno. Il grosso timore è però che i fondi siano insufficienti. Secondo la Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna), infatti, il Bonus 200 euro per le partite Iva rischia di arrivare a malapena… a 90 euro. Questo è infatti il calcolo che risulta dividendo i soldi disponibili per i circa 5,8 milioni di iscritti a INPS e casse di previdenza private. Ma c’è di più: chi è iscritto a due casse previdenziali diverse, infatti, potrebbe tecnicamente accedere due volte all’agevolazione. Al contempo, però, gli autonomi dovranno pagare tasse e contributi sul bonus e, soprattutto, lo otterranno molto più in là nel corso dell’anno. Questo perché la dichiarazione fiscale potrà essere presentata fino al 30 novembre.
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