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“Il Patto per l’Italia si costruisce tutti insieme, non con i ricatti. Vede, caro ministro Orlando non è quella la strada, dire daremo aiuti alle imprese solo se aumenteranno i contratti perché quello è un ricatto. È questo il Patto per l’Italia che ci proponete? Noi crediamo invece che sia un’altra strada”. Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenendo a Bologna per i 50 anni della sezione regionale dell’associazione di categoria.
Questa, ha aggiunto Bonomi, “è l’ennesima e ulteriore conferma di quel sentimento anti-industriale che pervade ancora una parte del nostro Paese. Noi siamo in un Paese in cui le competenze sono trascurate. Siamo in un Paese in cui si pontifica sull’impresa da parte di chi non ha fatto un giorno di lavoro in fabbrica. Noi è dalla formazione dell’ultima legge di bilancio che stiamo insistendo per mettere più soldi in tasca agli italiani con il taglio contributivo del cuneo fiscale, per rendere competitive le nostre imprese. Specialmente oggi è impensabile con l’aumento del costo delle materie prime, del costo dell’energia, con margini che si sono contratti i margini, che noi si possa aumentare i salari. Dobbiamo mettere i soldi in tasca agli italiani diminuendo le tasse”.
Come industriali “siamo disposti a fare sacrifici, ma ad una condizione: il Governo apra realmente la stagione del riformismo competitivo. Questo Paese è 20-30 anni che aspetta le riforme. Ci veniva detto che non si potevano fare perché non c’erano risorse. Ora con il Pnrr le risorse ci sono, non ci sono scuse – ha detto ancora Bonomi -. E vanno fatte per il futuro del Paese, per i prossimi 20 anni. Per un paese moderno, efficiente inclusivo, sostenibile. Riforme necessarie per superare insieme le difficoltà di un lungo periodo, sono due anni che il Paese sta soffrendo”.
Parlando ancora delle risorse, il n.1 degli industriali ha aggiunto: “C’è scritto nel Def che per l’anno 2022 lo Stato incasserà 38 miliardi in più di gettito fiscale, 21 inteso come tasse e 17 contributivi. Ma è normale che in un momento di crisi così lo Stato faccia extra-gettito fiscale e non lo restituisca a chi lo ha prodotto, a chi sta soffrendo? Le famiglie italiane e le imprese che hanno necessità di rimanere operative sul mercato? Abbiamo mille miliardi di spesa pubblica annuale, ma è impossibile non trovare nella rimodulazione della spesa pubblica, 16-18 miliardi per le imprese e le famiglie“. Però, ha sottolineato il presidente di Confindustria, “quando si è voluto intervenire per le battaglie di bandiera lo hanno fatto. Penso al Reddito di cittadinanza che ci è già costato 20 miliardi, è stato rifinanziato per altri dieci anni e che, così come è stato formulato, non ha funzionato”.
Infine, Bonomi ha concluso soffermandosi sul tema dell’energia: “Confindustria è da mesi che dice: ‘Mettiamo un tetto al prezzo del gas’ perché è evidente che ci sono speculazioni. E abbiamo detto: ‘Se non lo fa l’Europa, facciamolo noi’. Non su una base dirigista, dall’alto, ma sulla base di un’analisi dei contratti di fornitura del gas. Spagna e Portogallo perché hanno messo un tetto, perché lo hanno fatto? Perché l’Unione europea gli ha dato la possibilità di farlo? Allora non c’è la volontà politica di intervenire”.
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