Il caro bollette, la dipendenza dal gas russo e anche il riscaldamento globale si possono combattere anche a livello personale, senza dover attendere decisioni del nostro Governo o dell’Europa. Esistono infatti alcuni comportamenti quotidiani che è possibile adottare per evitare salassi ancora più severi. Soprattutto in un’estate come questa, che si svilupperà anche con un occhio ai consumi più attento che in passato.
Se infatti i mesi caldi rappresentano di per sé uno dei periodi dell’anno in cui si inquina di più (soprattutto a causa del massiccio utilizzo dei condizionatori), in questo 2022 la situazione è diversa. La guerra in Ucraina rende necessario un occhio in più sul consumo di gas, visti anche i prezzi alle stelle. Esistono però una serie di misure che, se adottate contemporaneamente, permetterebbero un risparmio di 1,8 miliardi di metri cubi di metano in tutta Italia, equivalente al 2,5% del consumo nazionale. Ecco quindi cosa fare per consumare meno e pagare bollette meno care.
A fornire i consigli sul corretto utilizzo degli impianti di climatizzazione è stata l’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. La prima osservazione riguarda qualcosa che il Governo già ha inserito nel decreto Bollette: aumentare la temperatura dei climatizzatori di due gradi. In questo caso, però, due ulteriori rispetto a ciò che la legge già prevede.
“Nella climatizzazione estiva, le misure essenziali per ottenere bollette più leggere” sono due. Questo è ciò che sostiene Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio Enea di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano. Si tratta di “aumentare di due gradi il settaggio della temperatura interna, portando il termostato da 26 a 28°C, e chiudere le persiane quando non si è in casa. In particolare, nel periodo estivo è fondamentale schermare le finestre esposte a sud e a est“. Sembra banale, ma solo in questo modo si può ridurre il consumo per la climatizzazione estiva addirittura del 50%.
E Calabrese è andato oltre. “Ipotizzando che il 30% delle circa 25,7 milioni di famiglie italiane abbia due unità interne di condizionamento in funzione per 350 ore l’anno, con queste due semplici azioni si potrebbero risparmiare fino a oltre 1,3 miliardi di kWh elettrici“, ha evidenziato. Ciò corrisponde a circa 100 milioni di m3 di metano in un anno, che non consumeremmo più e non troveremmo più nelle nostre bollette. Ma possiamo aiutare noi stessi anche attivando il timer e la deumidificazione del condizionatore (senza quindi abbassare troppo la temperatura). Ma anche ricordandoci di installare l’apparecchio in alto (l’aria fredda scende, quella calda sale). E, soprattutto, nelle stanze in cui ci serve (installarne uno in corridoio e aumentarne la potenza è inutile).
Ma l’Enea evidenzia anche un altro aspetto. “Se anche solo il 5% delle famiglie sostituisse il proprio condizionatore energivoro con un modello alla massima efficienza, si potrebbe ottenere un risparmio di 180 milioni di kWh elettrici“. Sarebbe un risparmio del 60% dei consumi, “corrispondenti a 14 milioni di m3 di gas in un anno“. Ma il taglio arriverebbe a 1,7 miliardi di m3 all’anno con l’installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria. In questo modo una famiglia avrebbe il fabbisogno di acqua calda coperto da aprile a ottobre. Con conseguenze evidenti anche sulle bollette. In tal senso occhio agli incentivi, in particolare al Conto Termico 2.0, alle detrazioni fiscali del 50% (Bonus casa) e del 65% (Ecobonus).
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