Nuovo preoccupante aumento sui prezzi dei carburanti sulla rete di distribuzione italiana. Secondo i dati settimanali del ministero dello Sviluppo economico, elaborati sulla media dell’ultima settimana, la benzina in modalità self service è praticamente arrivata a 1,6 euro al litro (1,599 euro), il gasolio è invece a 1,458 euro. Ma a cosa si deve questa importantissima tendenza al rincaro, in corso da diverse settimane? Proviamo a capirlo.
Per la benzina verde si tratta del massimo da quasi due anni, ovvero dal luglio del 2019, mentre per il diesel il prezzo è il più alto da febbraio del 2020. Sono gli effetti congiunti di una serie di situazioni legate alla pandemia Covid, ma non solo. E di cui si stanno occupando in tanti, dal Codacons a Assoutenti, fino alla Coldiretti. La prima di esse è pressoché inevitabile, perché connessa alla ripresa economica dovuta all’allentamento delle restrizioni. Le attività sono riprese, ci si sposta di più e serve più carburante. Per una facile regola del mercato, quindi, all’aumento della domanda corrisponde un’offerta più onerosa.
C’è poi una componente legata alle materie prime. Sui mercati internazionali sono infatti cresciute le quotazioni del greggio, anche a causa dell’attacco informatico agli oleodotti nella costa orientale degli Stati Uniti. Questo ha effetto anche sul prezzo della benzina, tornato ampiamente a livelli pre-epidemia da COVID-19.
Nel frattempo però il Codacons inizia a parlare di un autentico allarme prezzi. La benzina è infatti cresciuta di un importantissimo 11,4% nell’arco di soli 12 mesi. Ancora più grave il rincaro del diesel, che tocca il +15,7%. E gli effetti si vedono in maniera prepotente sulle tasche degli italiani, con una spesa di 273 euro all’anno in più per ogni famiglia rispetto al 2020.
Una situazione grave, che già diverse settimane fa aveva portato Assoutenti a rivolgere un appello al Governo. “Siamo di fronte a una stangata su base annua pari a 6,5 miliardi di euro. E questo solo per i maggiori costi di rifornimento sostenuti dalle famiglie a causa dei rialzi dei listini alla pompa“. aveva denunciato il presidente Furio Truzzi. Che poi era tornato su un vecchio tormentone, mai realmente risolto: “Chiediamo al Governo Draghi di intervenire sull’abnorme tassazione che vige sui carburanti. Perché è intollerabile che oggi su un litro di benzina ogni automobilista paghi quasi il 64% di tasse (il 60,7% sul gasolio) a causa di Iva e accise. Ad oggi nessun Governo ha mai avuto il coraggio né di tagliarle, né di sterilizzarle quando si verificano forti rialzi delle quotazioni“.
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