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“Il Consiglio europeo ha deliberato su due punti molto importanti. Abbiamo aspettato a lungo perché Orban si opponeva, ma alla fine si è giunti alla soluzione di bloccare il 90% dell’importazione di petrolio russo nel giro di pochi mesi. Si tratta di un buon risultato“, ha detto l’europarlamentare del Pd, Patrizia Toia. Eppure le conseguenze di questa iniziativa, lodevole sul fronte geopolitico, già sono evidenti su quello economico. In particolare per quanto riguarda la benzina.
“Un secondo punto positivo alla fine del Consiglio, per iniziativa del nostro presidente, Mario Draghi, è quello sul tetto al prezzo del gas. Bisogna studiare come agire, ma il Consiglio ha deciso che questa misura si dovrà adottare“, ha aggiunto Toia. Problemi sul prezzo sono però già evidenti per quanto riguarda la benzina. Tanto che sembra di essere tornati alle prime settimane di conflitto, quando il Governo fu costretto a emettere l’apposito decreto dello scorso marzo per porre un freno al rincaro.
All’epoca la misura consisteva nella riduzione del prezzo in 25 centesimi di euro al litro. L’effetto immediato fu quello di far diminuire il costo medio per percorrere 100 km di 1,75 euro per le auto a benzina e di 1,5 euro per le auto a gasolio. Lo “sconto” alla pompa, però, divenne operativo da martedì 22 marzo e durò fino al 20 aprile.
Ora però il prezzo al listino dei carburanti è tornato a schizzare alle stelle. E, come denuncia il Codacons, gli effetti si faranno sentire prima di tutto nelle tasche dei cittadini e nei conti delle imprese. Nel giro di un solo anno, cioè dal giugno del 2021, un pieno di benzina costa oltre 16 euro in più. Uno di diesel, addirittura, è cresciuto di 19 euro. Si tratta rispettivamente di un aumento del 20% e del 26% dei costi.
Non a caso in queste settimane è tornato a farsi vivo un incubo di fine inverno, ossia il superamento del limite dei 2 euro al litro sia per la benzina che per il gasolio. Per chi lo avesse dimenticato (o ci stia provando), un anno fa le cifre, invece, erano rispettivamente a quota 1,593 euro/litro e 1,452 euro/litro. E anche per questo motivo la richiesta del Codacons è che il Governo intervenga di nuovo. Così infatti Carlo Rienzi, fondatore e presidente dell’associazione che difende i diritti dei consumatori: “Questi rialzi avranno conseguenze pesanti sull’inflazione e sulle tasche delle famiglie. I listini dei carburanti hanno effetti diretti su prezzi e tariffe di una moltitudine di beni e servizi. Per questo servono nuove misure per calmierarli e combattere le speculazioni. Che sono un danno per l’intera economia“.
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