“C’è il rischio, a fine giugno, quando scadranno le moratorie su quasi 300 miliardi di euro di prestiti bancari, che 2,7 milioni di imprese e famiglie italiane si trovino improvvisamente sull’orlo del sostanziale dissesto finanziario”. Questo è quanto denuncia la Fabi, il sindacato dei lavoratori delle banche, sul possibile default. Tra circa 100 giorni termina l’ultima proroga della norma che ha consentito, dall’inizio della pandemia da Covid, di congelare le rate dei finanziamenti di 1,3 milioni di aziende per 198 miliardi e di 1,4 milioni di cittadini per 95 miliardi. In totale, sono oltre 293 miliardi.
Tuttavia, ricorda la Fabi, a causa di una serie di vincoli approvati dall’Autorità bancaria europea (Eba), in vigore da gennaio scorso, il prossimo giugno dovranno essere applicate nuove, stringenti regole sulla gestione dei non performing loan. La consequenziale interruzione delle moratorie, non più prorogabili, comporterà che almeno una quota rilevante dei soggetti con le rate attualmente sospese, in assenza di liquidità necessaria a rimborsare gli arretrati, possa essere classificata dalle banche in posizione di default.
I clienti delle banche che rischiano il default che hanno sfruttato la possibilità concessa dal decreto legge Cura Italia
Secondo il sindacato dei bancari, con dati della Task force liquidità aggiornati al 10 marzo, la questione riguarda 2,7 milioni di posizioni debitorie (ovvero prestiti) di imprese e famiglie clienti di banche che hanno presentato richiesta di sospensione dei pagamenti delle rate sfruttando la possibilità concessa dal decreto legge Cura Italia varato, l’anno scorso, all’inizio dell’emergenza economico-sanitaria causata dal Coronavirus, e che ora rischiano il default. Misura, sottolinea la Fabi, “che si è rivelata utile e indispensabile per assicurare liquidità aggiuntiva sia alle aziende (1,3 milioni) sia ai cittadini (1,4 milioni). La pandemia non ha però rallentato né fatto slittare l’entrata in vigore di nuove norme di vigilanza sulle banche predisposte dall’Eba”.
Si tratta, più nel dettaglio, delle linee guida sulla gestione degli Npl che impongono alle banche una più rigida graduatoria dei crediti deteriorati. Una stretta normativa che ha interessato, tra altro, anche i prestiti “sospesi” con le moratorie e che, secondo le nuove regole europee, vanno classificate come esposizioni deteriorate.