Audizione di Banca d’Italia sulla nota di aggiornamento al Def. Il recupero dell’economia c’è, ma le prospettive restano incerte per l’evoluzione sconosciuta della pandemia: “Nel complesso valutiamo che resti valida la proiezione che abbiamo pubblicato in luglio, che indicava una caduta del Pil attorno al 9,5%“. Bankitalia lancia segnali di ottimismo, ma continua ad avvertire sulla gravità della caduta, con numeri e tesi non distanti da quanto scritto dal governo nella Nadef, che delinea uno scenario “coerente”.
Banca d’Italia e la spinta dei prossimi anni
Nella relazione portata da Eugenio Gaiotti, Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, si rimarca che “tutti gli indicatori che osserviamo (tra questi i consumi elettrici e di gas, i flussi di traffico, i pagamenti al dettaglio) segnalano un recupero dell’economia nel terzo trimestre, più ampio di quanto avevamo stimato in precedenza, anche se non omogeneo tra i settori. Secondo le nostre valutazioni, la produzione industriale potrebbe essere cresciuta attorno al 30 per cento nel terzo trimestre, con un sostanziale recupero dopo il crollo osservato nei mesi di chiusura delle attività economiche. L’impatto della pandemia è invece più persistente nei servizi, che hanno segnato un recupero solo parziale”. A destare preoccupazione sono le indagini più recenti di Bankitalia secondo le quali non solo le famiglie in difficoltà economica, ma anche quelle che hanno difeso i loro redditi si attendono di ridurre le spese.
Nella Nota al Def si delineano, ricorda sempre via Nazionale, “ampie misure espansive, che risultano dalla manovra di bilancio incluso l’utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU“ e che “forniscono una spinta macroeconomica considerevole, innalzando la crescita di 0,9 punti nel 2021, 0,8 nel 2022, 0,7 nel 2023″. Ma se il piano Ue è accolto come una svolta storica, “andrà posta attenzione alla fase esecutiva dei progetti, per garantirne efficacia e rapidità” e che “con interventi mirati attuati senza sprechi e tempestivamente, l’effetto sulla crescita potrebbe essere anche più accentuato” di quanto indicato nella Nadef.