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Tecnologia blockchain. Ne sentiamo parlare quasi quotidianamente, ma forse solo i pochi ‘esperti del settore’ sanno davvero di cosa si tratti e quali siano i vantaggi che si celano dietro questa “catena di blocchi”.
“Letteralmente una ‘catena di blocchi’, la blockchain è una condivisione di dati immutabile. Nasce come sottostante per le criptovalute, e viene poi adattata a quello che è il mondo degli smart contract. Quando un’azienda, di qualsiasi settore, utilizza una tecnologia blockchain fa sì che quei dati, passando tramite questa catena di blocchi e non essendo più modificabili, rendano i servizi e tutte le informazioni molto più affidabili”. A spiegarcelo è Angelo Strazzella, partner dello Studio Palma Boria, tra i primi 20 studi legali internazionali in Europa. Grazie al suo forte interesse verso questa tecnologia e alla volontà di mettersi a disposizione dei suoi clienti per offrire soluzioni legali ai rischi che la blockchain inevitabilmente comporta, Strazzella ha visto comparire solo pochi mesi fa il suo nome tra i “top 100 al mondo Blockchain Influencers” della classifica di Singularity Report.
Interesse e impegno che si sono oggi concretizzati nella pubblicazione del suo libro “Blockchain. Storia di un riconoscimento” [sponsor-link id=”2″], nato con l’intento di restare al passo con i tempi seguendo il rapido corso dell’innovazione anche in ambito economico e tecnologico.
“Affrontando insieme ai colleghi una serie di tematiche sulla fiscalità, ci siamo resi conto di come molte aziende avessero carenza tecnologica; abbiamo, quindi, offerto loro la possibilità di utilizzare questa tecnologia per cogliere le opportunità che l’innovazione porta con sè”, ci spiega l’avvocato.
Nella prima parte del suo libro, Strazzella racconta lo sviluppo del suo percorso professionale che lo ha portato allo studio della blockchain, intesa come risorsa indispensabile. Le sue origini campane e l’essere cresciuto in un territorio non particolarmente avanzato sotto il profilo tecnologico non hanno rappresentato per lui un deterrente. Motivo per cui, attraverso il suo libro, si rivolge in particolar modo alle nuove generazioni, affinché “capiscano che, anche provenendo da zone non particolarmente servite tecnologicamente, attraverso lo studio e l’approfondimento, si può e si deve offrire il proprio contributo al fine di compiere quei passi in avanti necessari a far propria l’evoluzione in atto”.
Un’evoluzione tecnologica, questa, che va ad abbracciare numerosi settori professionali, dalla logistica fino al food. “Nel settore del food è molto importante la definizione di tracciabilità. Oggi c’è una sensibilità ad avere prodotti che siano sempre più certi in termini di provenienza e qualità. L’autodefinizione di tracciabilità e di prodotto biologico, piuttosto che di provenienza da un’area specifica, non ha una valenza certificata se detta dal produttore. Se questa filiera viene, invece, tracciata in blockchain il consumatore finale può avere certezza che quel prodotto provenga da quella zona e abbia avuto una tracciabilità definita”.
Uno sguardo va anche ai vantaggi che in termini di occupazione la blockchain inevitabilmente introduce. “Si tratta di una nuova attività che ha campi vastissimi, non ancora esplorati, che rappresenta per i più giovani, soprattutto per quelli più vicini al mondo della tecnologia, un’opportunità futura”.
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