Sono ufficialmente iniziate le ultime settimane della lunga storia di Alitalia. Il 15 ottobre infatti avverrà il decollo di Italia Trasporto Aereo, la nuova compagnia aerea di bandiera. E se i lavoratori della vecchia azienda hanno già annunciato un imminente sciopero, è anche necessario capire cosa avverrà a chi già aveva acquistato dei biglietti aerei. E per cui sono previste diverse tutele.
Proprio dal 15 ottobre, infatti, i biglietti dei voli di Alitalia saranno rimossi dalle vendite. Ma chiaramente ci sono tanti utenti che già li avevano acquistati. Per ognuno di loro, però, saranno previste speciali tutele grazie a un fondo da 100 milioni di euro stanziato dal Governo. I viaggiatori potranno dunque scegliere tra due possibilità: accedere a un rimborso o sostituire il biglietto con un altro equivalente entro il 14 ottobre. Per farlo occorre telefonare al numero 892010 dall’Italia o +39 06 65649 dall’estero.
Si tratta del “rebooking”, tramite il quale è possibile modificare il proprio biglietto raggiungendo la stessa destinazione prevista dal volo Alitalia, ma con un diverso itinerario. Il tutto senza sovrapprezzo. Lo stesso vale per le date, che potranno essere anticipate a prima del 15 ottobre senza alcuna integrazione. Tramite il “rerouting” (che cambia anche la meta), invece, la eventuale differenza di costo è da versare. Unico vincolo: i voli nazionali restano nazionali, quelli internazionali restano internazionali.
I biglietti Alitalia non sono riconvertibili in automatico in biglietti ITA, trattandosi di due diverse compagnie. Quindi in questo caso bisogna chiedere il rimborso alla prima e comprare un nuovo biglietto con la seconda. Uno dei tanti motivi che hanno scatenato la rabbia dei lavoratori del comparto, e soprattutto dei sindacati. Che infatti hanno indetto uno sciopero per la giornata del 24 settembre.
La questione parte dai posti di lavoro, dato che Alitalia al momento presenta circa 10 mila dipendenti e le assunzioni di newco per ITA sono attualmente ferme a circa 2.800. Il timore, dunque, è quello di operare al di fuori dei confini del contratto collettivo nazionale di lavoro. “Situazione paradossale, che va contro la norma del decreto Rilancio“, tuona Fabrizio Cuscito, segretario della Filt-Cgil. “La tutela dei lavoratori è imprescindibile“, aggiunge Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl. “ITA intende scegliersi i propri dipendenti, non considerando l’esperienza lavorativa“, conclude il segretario della Uilm Claudio Tarlazzi. E la situazione appare decisamente complicata.
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