Meno spesa nel carrello e scontrini più costosi. Questo è il contesto in cui si trovano le famiglie italiane ad affrontare in questa fase di inflazione elevata che è messo in evidenza dai dati sulle vendite al dettaglio di marzo, diffusi dall’Istat.
Fonte di preoccupazione sono le vendite di beni alimentari che calano in volume di quasi 5% sul 2022 e del 10% sul 2021.
Secondo l’Istat: “A marzo 2023 le vendite al dettaglio aumentano del 5,8% in valore e registrano un calo di volume del 2,9%. Si registrano andamenti di segno analogo sia per le vendite dei beni alimentari – +7,7% in valore e – 4,9% in volume -, sia per quelle dei beni non alimentari – +4,1 % in valore e -1,3 % in volume -.
“Prosegue la cura dimagrante degli italiani – afferma Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori – Le vendite alimentari in volume precipitano del 4,9% su marzo 2022. Secondo lo studio dell’associazione, se le vendite alimentari in volume scendono del 4,9% su marzo 2022, rispetto a marzo 2021 crollano del 10,8%, -7,7% su marzo 2020, mese già di pandemia”.
Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha chiesto al Governo di adottare misure volte a calmierare i prezzi, tutelare il potere d’acquisto degli italiani e salvare i bilanci delle famiglie.
“I dati sulle vendite al dettaglio diffusi oggi dall’Istat dimostrano come il caro-prezzi continui ad incidere sulle abitudini degli italiani, con le famiglie che spendono sempre di più per acquistare meno. Anche a marzo le vendite registrano l’ennesimo crollo verticale in volume, con una contrazione su base annua del -2,9% a fronte di un aumento in valore addirittura del +5,8% – analizza il Codacons – “Questo significa che, al netto dell’inflazione e considerata la spesa per consumi delle famiglie, gli acquisti calano in volume per complessivi 21,8 miliardi di euro annui, con una minore spesa pari in media a -848 euro a famiglia»
In questa situazione, le famiglie italiane devono essere attente alle proprie spese e cercare di adottare soluzioni che consentano loro di risparmiare.
Potrebbe essere il momento di valutare alternative alimentari più economiche o di acquistare prodotti a prezzi scontati; infine le famiglie devono essere prudenti nell’utilizzo delle loro carte di credito e cercare di limitare l’acquisto di beni non essenziali.
Concludendo, è necessario un intervento urgente da parte del governo per affrontare la situazione dell’inflazione elevata in Italia, adottando misure volte a proteggere le famiglie italiane dal caro-prezzi e a salvare i loro bilanci. Allo stesso tempo, le famiglie devono essere attente alle proprie spese e cercare di adottare soluzioni che consentano loro di risparmiare.
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