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ECONOMIA

Addio reddito di cittadinanza, al via il Supporto per la formazione e il lavoro. A chi spetta l’assegno

È  ai nastri di partenza uno dei nuovi strumenti di welfare dell’era post Reddito di cittadinanza introdotto dal governo Meloni. Il primo settembre debutterà il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl), un’indennità pari a 350 euro al mese, erogata per un massimo di un anno a chi partecipa a progetti di formazione, qualificazione professionale e orientamento.

Tra le attività rientrano anche il servizio civile universale e i progetti utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, da svolgere presso il Comune di residenza. Spetta anche a chi frequenta percorsi di istruzione per adulti funzionali all’adempimento dell’obbligo scolastico.

Il Sfl è utilizzabile dai singoli componenti del nucleo familiare, di età compresa tra 18 e 59 anni, con un Isee familiare non superiore a 6mila euro annui, che non abbiano diritto  all’assegno di inclusione (Adi).

Tra gli altri requisiti per accedere al bonus, figurano la  residenza in Italia, da almeno 5 anni, e la  cittadinanza: chi ririchiede la misura deve essere cittadino dell’Unione europea o essere in possesso del permesso di soggiorno Ue o  titolare dello status di protezione internazionale.

L’indennità è incompatibile con il Reddito e la Pensione di Cittadinanza e con ogni altro strumento pubblico di integrazione o di sostegno al reddito per la disoccupazione.

La domanda e l’attivazione

La domanda andrà presentata all’Inps attraverso la nuova piattaforma digitale Siisl –  Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa

Nella richiesta deve essere inclusa la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro  e autorizzata la trasmissione dei dati ai centri per l’impiego, alle agenzie per il lavoro e agli enti autorizzati all’attività di intermediazione. I richiedenti di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo scolastico dovranno dimostrare l’iscrizione a percorsi di istruzione per adulti.

Il  Siisl favorirà l’interoperabilità di tutte le piattaforme digitali della pubblica amministrazione. L’obiettivo ultimo è l’attivazione di percorsi personalizzati per la formazione, la riqualificazione professionale e la ricerca di lavoro.

Foto Pixabay / StockSnap – Newsby.it

Il Patto di servizio personalizzato

Per accedere all’indennità, è necessario sottoscrivere un Patto di servizio personalizzato col quale documentare di essersi rivolti ad almeno tre agenzie per il lavoro o a enti autorizzati all’attività di intermediazione.

Sul proprio sito web, l’Istituto di previdenza fornisce un vademecum per orientarsi tra le misure che hanno sostituto il reddito di cittadinanza, introdotte dal decreto Lavoro dello scorso primo maggio.

L’Assegno di inclusione

Oltre al Sfl, il governo ha previsto un altro strumento di sostegno al reddito, l’Assegno di inclusione, in partenza dal primo gennaio 2024.

L’Adi sarà condizionato al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all’adesione a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.

L’importo dell’assegno è composto da un’integrazione del reddito fino a 6mila euro all’anno, che salgono fino a 7.560 se il nucleo familiare è composto da persone di età pari o superiore a 67 anni o da altri familiari in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza.

All’importo può essere aggiunto un contributo per l’affitto fino a un massimo di 3.360 euro annui. Il beneficio viene erogato mensilmente per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per un altro anno.

Tra i requisiti per beneficiare dell’assegno, l’Isee familiare che non deve superare 9.360 euro. Il nucleo non ha diritto all’assegno se un componente risulta disoccupato a seguito di dimissioni volontarie da più di 12 mesi, fatte salve quelle per giusta causa.

Federica Giovannetti

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