Secondo quanto emerso dall’analisi della Coldiretti, l’export agroalimentare italiano nel mondo ha registrato un aumento del 17% nel 2022, segnando un record storico. Trainato dai prodotti ‘simbolo’ italiani, come vino, pasta e ortofrutta fresca, il settore ha raggiunto i 60,7 miliardi di euro. I risultati sono stati ricavati sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi al 2022 che, nonostante le tensioni mondiali, la crisi, il Covid, e soprattutto la guerra in Ucraina, hanno fatto registrare un incasso molto elevato. I prodotti italiani, evidenzia la Coldiretti, sono particolarmente apprezzati dalla Germania, che resta il principale mercato di sbocco dell’alimentare nazionale, e che registra un valore di 9,4 miliardi.
Secondo quanto riportato dalla Coldiretti, dietro la Germania, con un notevole distacco, troviamo gli Stati Uniti, con valore di 6,6 miliardi, a seguire la Francia, con un valore di 6,5 miliardi, e per finire il Regno Unito, con 4,2 miliardi. Dei risultati sorprendenti se si tiene in conto di tutte le difficoltà dovute alla Brexit, e che evidenziano come il mercato italiano sia particolarmente apprezzato nel Paese. Sempre secondo le stime della Coldiretti, il prodotto più esportato è il vino, che nel 2022 registra un valore vicino agli 8 miliardi di euro. Con un valore che va oltre i 7 miliardi di euro, invece, al secondo posto troviamo la pasta e i suoi derivati, mentre al terzo le verdure fresche e la frutta, che fanno registrare un export di circa 5 miliardi e mezzo di euro. Bene anche le esportazioni di salumi, formaggi e d’olio extravergine di oliva. Tuttavia, nonostante gli ottimi risultati, l’andamento potrebbe notevolmente migliorare, ha sottolineato la Coldiretti. Se infatti ci fosse una tutela più efficace nei confronti della “agropirateria” internazionale, si potrebbero ottenere risultati migliori. Il valore di questo ‘secondo mercato’ è infatti salito a 120 miliardi: una cifra raggiunta probabilmente anche per via della guerra che, frenando gli scambi commerciali internazionali, ha favorito la diffusione di alimenti ‘contraffatti’.
“Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale. Serve cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale e agire sui ritardi strutturali dell’Italia sbloccando tutte le infrastrutture per migliorare i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” ha affermato Ettore Prandini, presidente della Coldiretti.
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