Sta facendo scalpore la polemica sorta intorno alla nuova statua della Spigolatrice di Sapri, recentemente inaugurata a Salerno. Il monumento in bronzo rappresenta la lavoratrice dei campi, addetta alla spigolatura, al centro della poesia di Luigi Mercantini dedicata al fallito tentativo di insurrezione anti borbonica nel Cilento. Ma a far discutere è stata la scelta dell’artista di mettere in evidenza le forme della donna con un abito pressoché “trasparente” che rievoca un effetto di nudo.
La statua è stata presentata per la prima volta davanti a un pubblico in prevalenza maschile, composto dalle autorità locali e dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che si trovava in città per il suo tour elettorale.
Non appena le foto hanno iniziato a circolare sui social, immediate sono state le polemiche da parte di esponenti della politica che hanno evidenziato il sessismo dell’opera. Laura Boldrini, ex presidentessa della Camera dei Deputati, ha definito l’opera “un’offesa alle donne”. La senatrice Monica Cirinnà ha parlato di “uno schiaffo alla storia e alla donna vista ancora come un corpo sessualizzato”.
L’artista Emanuele Stifano su Facebook si è definito “allibito e sconfortato” dalle polemiche sorte.
L’artista ha difeso la sua opera, sottolineando come, nel processo creativo, tende a coprire sempre il meno possibile i corpi, a prescindere dal sesso. “Nel caso della Spigolatrice – sottolinea Stifano – ho ‘approfittato’ della brezza marina che la investe per dare movimento alla lunga gonna, e mettere così in evidenza il corpo. Questo per sottolineare una anatomia che non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800. Bensì doveva rappresentare un ideale di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza”.
Non è certo la prima volta, e non sarà nemmeno l’ultima che l’arte e gli artisti diventino protagonisti di una bufera mediatica per le loro opere. Soprattutto quando queste riguardano il nudismo, vero, o celato, dei corpi.
L’anno scorso a finire sotto accusa era stata la statua dedicata a Mary Wollstonecraft, inaugurata nel nel parco di Newington Green, a Londra.
L’opera, omaggio alla madre del femminismo liberale, è stata rappresentata completamente senza vestiti. Anche in questo caso, molte critiche si sono mosse contro il monumento, giudicato pornografico. L’artista, Maggi Hambling, ha difeso il suo lavoro, sottolineando che i vestiti definiscono le persone. Da qui la scelta di creare una statua nuda, per catturare il suo spirito e permettere così a tutte le donne di identificarsi con lei.
Anche gli uomini nudi tuttavia destano scalpore. I visitatori della mostra “In Memory of Me” dell’artista Stéphane Simon, allestita nella sede dell’Unesco di Parigi durante le Giornate del Patrimonio sono rimasti senza parole. Ma non a causa delle opere dell’artista, statue di uomini nudi che posano per un selfie senza avere alcun cellulare. A lasciare basiti, pubblico e artista, sono stati i perizoma indossati da due delle statue in esposizione. La spiegazione? “Non offendere la sensibilità di nessuno”.
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