Nata e cresciuta a Kabul sotto il regime dei talebani, costretta a vestirsi da ragazzo per andare a scuola, emigrata negli Stati Uniti per inseguire il sogno di laurearsi, fondatrice dell’unico collegio femminile a Kabul. Stiamo parlando di Shabana Basij-Rasikh, co-fondatrice di SOLA, la prima scuola per studentesse in Afghanistan, nominata tra le Emerging Explorers 2014 di National Geographic. Ma adesso tutto quello per cui si è battuta Shabana negli anni è improvvisamente in pericolo. I libri, i quaderni, le penne, ma soprattutto il diritto all’istruzione delle sue studentesse, sono minacciati dalla presa di potere dei talebani.
Dopo giorni di paura e incertezza, mentre i talebani avanzavano rapidamente verso la capitale, la scuola di Shabana Basij-Rasikh è stata evacuata. Tutte le studentesse sono state portate in salvo anche grazie ai governi di Qatar, Ruanda e Stati Uniti. La destinazione è il Ruanda, dove Shabana Basij-Rasikh ha pianificato un semestre all’estero per le sue studentesse. Ma la speranza è di poter tornare a casa, in Afghanistan. “Il mio cuore si spezza per il mio paese“, ha confessato su Twitter Shabana Basij-Rasikh.
“Sono stata a Kabul e ho visto la paura, la rabbia e il feroce coraggio del popolo afghano. Guardo le mie studentesse e vedo i volti di milioni di ragazze afgane, proprio come loro, che restano indietro“, ha aggiunto la preside. Come le attiviste di Pangea Onlus, anche Shabana Basij-Rasikh ha bruciato centinaia di documenti accademici e registri, per evitare che finissero nelle mani dei talebani. Lo ha fatto per non mettere a repentaglio la vita delle sue studentesse e delle loro famiglia.
Un gesto che ha riportato Shabana Basij-Rasikh indietro di vent’anni, quando a bruciare i registri delle studentesse erano stati i talebani. Nel marzo 2002, dopo la caduta dei talebani, migliaia di ragazze afgane furono invitate ad andare alla scuola pubblica più vicina per partecipare a un test di ingresso. I talebani avevano bruciato tutti i registri delle studentesse e con un solo gesto avevano cancellato la loro esistenza. “Io ero una di quelle ragazze“, ha detto Basij-Rasikh. “Quasi 20 anni dopo, come fondatrice dell’unico collegio femminile in Afghanistan, sto bruciando i registri dei miei studenti non per cancellarli, ma per proteggere loro e le loro famiglie“.
Da quando hanno preso il controllo dell’Afghanistan, i talebani stanno tentando di rimodellare la loro immagine e presentarsi ai giornalisti occidentali come un gruppo estremista più gentile e che rispetterà i diritti delle donne entro i limiti della Sharia. Peccato che le promesse dei talebani non convincano nessuno, soprattutto le donne afghane, improvvisamente dileguatesi dalle strade. Quando i talebani furono per l’ultima volta al potere negli anni ’90, la loro linea dura portò a gravi violazioni dei diritti. Specialmente nei confronti delle donne, a cui fu negata la possibilità di andare a scuola, costrette a indossare il burqa, improvvisamente invisibili e senza voce.
Basij-Rasikh, nata e cresciuta a Kabul, aveva solo 6 anni quando i talebani vietarono alle ragazze di ricevere un’istruzione. Ma, invece di cedere alle loro richieste, la sua famiglia ha vestito lei e sua sorella da ragazzi e le ha mandate in una scuola segreta per ragazze a Kabul. Sapevano che la posta in gioco era alta e, se catturati, potevano essere uccisi. Ma sapevano anche quanto fosse importante dare un’istruzione alle loro figlie. Con la caduta del regime talebano, Basij-Rasikh ha potuto frequentare il liceo negli Stati Uniti e si è laureata con lode nel 2010 al Middlebury College nel Vermont. Dopo la laurea, è tornata in patria e ha co-fondato SOLA, il primo collegio privato per ragazze dell’Afghanistan.
Da quando i talebani hanno preso il controllo, Basij-Rasikh ha implorato il mondo esterno di non dimenticare le ragazze afghane. “Quelle ragazze non possono andarsene e voi non potete voltarvi dall’altra parte“, chiede Basij-Rasikh. “Se c’è una cosa che chiedo al mondo, è questa: non distogliete lo sguardo dall’Afghanistan“, è la preghiera che la presidente dell’unico collegio femminile di Kabul rivolge al mondo intero.
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