San Lorenzo, la storia del santo della notte delle stelle cadenti

La notte di san Lorenzo è associata al fenomeno delle stelle cadenti. Qual è il legame tra la tradizione e il santo? Nella cultura popolare le piccole meteore ricordavano i carboni ardenti su cui il santo fu martirizzato. Secondo un’antica “passione”, raccolta da sant’Ambrogio, san Lorenzo fu infatti bruciato sopra una graticola messa sul fuoco ardente.

Il martirio del santo

In realtà la ricostruzione non è vera. Nell’agosto del 258 l’imperatore Valeriano aveva emanato un editto, secondo il quale tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi dovevano essere messi a morte. L’editto fu eseguito immediatamente a Roma. Papa Sisto II fu interrotto mentre celebrava l’eucarestia nelle catacombe di Pretestato e fu ucciso. 

Pochi giorni dopo, il 10 agosto, fu la volta di Lorenzo, che era stato scelto da Sisto come arcidiacono, cioè di responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma. Tuttavia Valeriano non ordinò torture, quindi probabilmente Lorenzo fu decapitato come Sisto e gli altri cristiani.

San Lorenzo per i fedeli

È patrono di diaconi, cuochi e pompieri. Fin dai primi secoli del cristianesimo, il santo viene generalmente raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, con il ricorrente attributo della graticola o della borsa del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri. Gli agiografi sono concordi nel riconoscere in Lorenzo il titolare della necropoli della via Tiburtina a Roma. 

Dopo la morte, il corpo del santo martire è stato deposto in una tomba sulla via Tiburtina,. In questo luogo, l’imperatore Costantino ha fatto erigere una basilica, restaurata nel XX secolo dopo i danni provocati, durante la Seconda Guerra mondiale, dal bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943. Nel luogo del martirio è stata costruita la chiesa di San Lorenzo in Panisperna. 

San Lorenzo nell’arte

Il martirio del santo ha ispirato numerose opere d’arte, come l’olio su tela di Tiziano Vecellio nella chiesa dei gesuiti a Venezia. Oppure San Lorenzo trascinato sulla graticola di Pietro da Cortona. Nella peosia, fu Giovanni Pascoli a dedicare alcuni versi a san Lorenzo: “San Lorenzo, io lo so perché tanto / di stelle per l’aria tranquilla / arde e cade, perché si gran pianto / nel concavo cielo sfavilla…“.

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