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CULTURA

Premio Nobel per la letteratura, vince il norvegese Jon Fosse

Scrittore totale, tra i drammaturghi più rappresentati nel mondo, autore di romanzi, raccolte di poesie, saggi e libri per ragazzi e bambini, il Premio Nobel per la Letteratura 2023 Jon Fosse è rimasto “sorpreso ma non troppo” dal riconoscimento dell’Accademia reale di Svezia che lo ha premiato “per le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile”.

Da più o meno vent’anni il nome dell’autore norvegese circolava tra quelli favoriti e questa volta le previsioni dei bookmaker hanno, caso rarissimo, indovinato.

“Negli ultimi dieci anni mi sono preparato con cautela al fatto che ciò potesse accadere. Ma credetemi, non mi aspettavo di ricevere il premio oggi, anche se potevo avere una chance”, ha spiegato Fosse intervistato dalla tv pubblica norvegese Nrk. L’ultima volta che il Paese scandinavo si è aggiudicato il Nobel per la letteratura risale a quasi un secolo fa (Sigrid Undset, 1928).

La vita tra i fiordi norvegesi di Jon Fosse

Nato 64 anni fa a Haugesund, un piccolo villaggio sulla costa occidentale norvegese, Fosse è cresciuto a Strandebarm, sullo spettacolare fiordo di Hardanger.

Laureato all‘università di Bergen in letteratura comparata, subito dopo gli studi ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, insegnando a lungo all’accademia di scrittura di Hordaland. Oggi vive a Oslo, nella residenza onoraria di Grotten, concessa dal re di Norvegia per i meriti letterari che lo hanno reso famoso a livello internazionale.

Le opere tradotte in oltre 50 lingue

Tradotto in oltre 50 lingue, incluso l’italiano, l’autore è considerato uno dei maestri della letteratura scandinava e autore emblematico della scena teatrale contemporanea. La sua immensa opera scritta in norvegese Nynorsk abbraccia una varietà di generi. È uno scrittore incredibilmente prolifico e un intellettuale poliedrico, tra le voci più significative della drammaturgia contemporanea, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Samuel Beckett del XXI secolo”.

Ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo Raudt, svart (“Rosso, nero”), sperimentando successivamente generi e stili eterogenei – quali la narrativa breve, la poesia, la saggistica e la letteratura per l’infanzia – segnati sempre da uno stile minimalista e lirico, ma anche da una prosa ipnotica e quasi magica che lo contraddistingue.

Già nel primo dramma “Qualcosa sta per arrivare” del 1992 viene compiutamente espressa la sua cifra stilistica, caratterizzata da una scrittura scarna e spietata, pronta a cogliere tutte le contraddizioni del linguaggio e dei rapporti umani, indagando temi quali la indeterminatezza della comunicazione, il divario generazionale e la precarietà dei rapporti familiari e di coppia.

I primi riconoscimenti arrivano a Jon Fosse già agli inizi degli anni Novanta, soprattutto per i suoi racconti per l’infanzia. Nel 1996, oltre a ricevere diversi riconoscimenti per le sue opere in prosa, vince il prestigioso Premio Internazionale Henrik Ibsen, che si aggiudica nuovamente nel 2010.

È autore della poderosa opera “Melancholia” del 1995: due monologhi interiori di cui è protagonista Lars Hertervig, uno dei più grandi nomi della pittura norvegese e nordica ottocentesca, che comincia a soffrire di disturbi nervosi e viene internato in un ospedale psichiatrico.

Jon Fosse | Immagine X @NobelPrize

I testi teatrali in scena in tutto il mondo

I suoi testi teatrali vengono messi in scena in tutto il mondo, affermandosi come autore di opere dalla struttura frugale che danno voce, con lucida analisi, al disagio che scaturisce dalle barriere comunicative poste tra gli uomini e le donne della nostra epoca, tra personaggi di generazioni diverse, tra persone disunite ma legate da vincoli familiari.

Fosse ha composto intensi drammi, inclusi quelli raccolti nel volume “Teatro di Jon Fosse” (Editoria & Spettacolo, 2006): “Il nome”, “Qualcuno arriverà“, “E la notte canta” (1998), “Sogno d’autunno” (1999), “Inverno” (2000) e “La ragazza sul divano” (2002).

Le opere tradotte in Italia

E proprio l’opera su Lars Hertervig è la prima che viene pubblicata in Italia, da Fandango Libri nel 2009. Nel 2011 la stessa casa editrice pubblica “Insonni”, tra i romanzi più famosi di Fosse, una favola moderna dai toni dolci in cui i piccoli protagonisti, due creature simili all’Hansel e Gretel della fiaba, assistono impotenti alla crudeltà del giudizio con il cuore ancora pieno di speranza per quel miracolo che è la vita.

Il prossimo 10 ottobre uscirà nel nostro Paese “Io è un altro”, che raccoglie il terzo e quarto volume di “Settologia”, il romanzo strutturato in sette parti che ci ha fatto conoscere La nave di Teseo. Considerato il capolavoro di Fosse, vede protagonisti due pittori con lo stesso nome, Asle. Uno è un uomo di successo, ma ha perso sua moglie. L’altro alza il gomito troppo spesso. Viene da pensare che siano la stessa persona, eppure a volte si incontrano e si parlano.

La nave di Teseo ha pubblicato anche “L’altro nome” nel 2021 e “Mattino e sera” nel 2019. In italiano sono apparsi anche “Saggi gnostici” e “Caldo” (Cue Press).

Le rappresentazioni nei teatri italiani

Restano ancora molte le opere dell’autore non ancora tradotte in Italia. Considerato dal Daily Telegraph uno dei cento geni viventi, Fosse è famosissimo nel suo Paese ma non così tanto in Italia, dove forse sono più conosciute le sue opere teatrali alle quali Rodolfo Di Giammarco ha dedicato “Teatro” (Editoria&Spettacolo, 2006).

Il 5 marzo 2024 al Carignano di Torino debutterà “La ragazza sul divano” con Pamela Villoresi e Giovanna Mezzogiorno, per la prima volta insieme a teatro, dirette e affiancate da Valerio Binasco, principale interprete italiano di Jon Fosse.

I premi e i riconoscimenti

Dopo il Premio Internazionale Henrik Ibsen del 1996, l’attività artistica Fosse è costantemente accompagnata da riconoscimenti prestigiosi, inclusi il Nynorsk Literature Prize, lo Swedish Academy’s Nordista Pris, il Premio Ubu e lo European Prize for Literature. Nel 2020 e nel 2022 è stato finalista all’International Booker Prize, al National Book Award e al National Book Critics Circle Award.

Nel 2005 l’Ordine reale norvegese di Sant’Olav lo nomina commendatore mentre nel 2007 riceve l’Ordine Nazionale al Merito della Francia. Nel 2015 l’Università di Bergen, che lo vide giovane laureato nel 1987, gli attribuisce il dottorato honoris causa e nello stesso anno vince il Nordic Council’s Literature Prize.

Nel 2016 viene insignito del Premio Willy Brandt, che sancisce il successo di Fosse in Germania, dove è ampiamente tradotto e dove registi di primo piano, come Thomas Ostermeier, più volte lo porta sulle scene con grande successo.

Federica Giovannetti

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