Diversi dipendenti Rai non lavorarono per protestare contro “il controllo asfissiante del lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo“
Paolo Petrecca, direttore di RaiNews, è stato condannato dal Tribunale di Roma per aver tentato “di boicottare lo sciopero dei giornalisti” del 6 maggio e per non aver permesso la lettura del comunicato dei dipendenti Rai in diretta. Il 5 maggio il sindacato Usigrai aveva diffuso un videomessaggio in cui spiegava le ragioni della protesta, alle quali replicarono i vertici dell’azienda. Il giorno successivo andarono comunque in onda regolarmente le edizioni del Tg1 e del Tg2 delle 13 e delle 13.30. L’ultima polemica nei confronti della Rai deriva dalla decisione dell’emittente di oscurare i risultati del ballottaggio in Francia, mentre altre reti televisive li hanno trasmessi in diretta con tanto di commenti in studio.
Il Tribunale del Lavoro di Roma si è pronunciato dopo che il sindacato aveva già denunciato pubblicamente i tentativi di boicottaggio della Rai nei confronti dei giornalisti durante lo sciopero. “Pur di dare l’impressione che lo sciopero fosse fallito, i direttori di Tg1 e Tg2 hanno concentrato i pochi al lavoro in una sola edizione, facendo saltare le altre”, con servizi “insolitamente lunghi”, aveva dichiarato Usigrai, il principale sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai.
In un comunicato l’organizzazione spiega che i giudici hanno riconosciuto una condotta antisindacale da parte del direttore di RaiNews: “Nella foga di adoperarsi attivamente a boicottare lo sciopero della larga maggioranza dei giornalisti e delle giornaliste Rai (il 75% dei presenti ha scioperato), più di uno ha fatto cose che la legge non consente, e il ricorso alla giustizia del lavoro lo ha confermato“.
Il comitato di redazione ha scritto in un comunicato: “Chiediamo al direttore come sia possibile prevedere un approfondimento diverso quando tutte le tv del Continente hanno gli occhi puntati sulle elezioni d’Oltralpe. Verrebbe da pensare che alla debacle della destra il direttore preferisca non dedicare troppo spazio”. “Petrecca ritiene opportuno, in una serata come questa, dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali. Una scelta che qualifica la deriva che ha preso da tempo la testata e per la quale ci sentiamo indignati“, continua la nota.
Il tribunale ha condannato la Rai “a pubblicare la sentenza per due giorni consecutivi sui quotidiani La Stampa, la Repubblica e il Corriere della Sera (edizione cartacea e on line) e sui siti Rai.it e Rainews.it” e a diffondere il comunicato sindacale di Usigrai dello sciopero del 6 maggio nei telegiornali di Rai dove non era stato mandato in onda, con la dicitura: “Il presente comunicato sindacale viene letto oggi, in virtù di provvedimento giudiziale, in quanto la sua lettura era stata illegittimamente omessa nella giornata di sciopero proclamata per il 6/5/2024‘”.
Diversi giornalisti della Rai non lavorarono per protestare contro “il controllo asfissiante del lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo“, ma anche per questioni che riguardavano la mancata regolarizzazione di alcuni contratti.
Maurizio Gasparri ha dichiarato che: “La concezione totalitaria e tardo sovietica dell’Usigrai ha trascinato anche l’Associazione della Stampa Romana in una disastrosa sconfitta. Hanno perso la faziosità, l’interpretazione non veritiera dei diritti dei lavoratori ed ha vinto la condotta seria dei direttori che hanno consentito, con quanti hanno lavorato, la trasmissione dei telegiornali. In una giornata peraltro caratterizzata da molti gravi eventi, che dovevano essere raccontati alla pubblica opinione. La sinistra tace e l’Usigrai fa ridere il mondo, attaccandosi al fatto che si è osservato che bisognava leggere il comunicato dell’Usigrai, non so in quali edizioni dei telegiornali. L’arrampicarsi sugli specchi dell’Usigrai è una figura ulteriormente penosa. Viva la libertà sindacale, viva il diritto di scioperare, ma anche il diritto di lavorare. I faziosi sconfitti hanno il dovere di andare in un angolino a vergognarsi”.
Il Pd ha attaccato il direttore Paolo Petrecca: “La Rai ormai non è più servizio pubblico. Una gestione totalmente fallimentare, basta guardare gli ascolti. Un’atmosfera insostenibile per chi ci lavora, basta vedere i tanti addi di persone serie e professionali. Uno strumento di propaganda che non è più in grado di assicurare il diritto a una corretta informazione. Oggi arriva la sentenza del Tribunale del lavoro che ha condannato la Rai per comportamento antisindacale, per boicottare lo sciopero dei giornalisti. Uno scenario che peggiora di giorno in giorno. Si aggiunge alla imbarazzante linea editoriale del direttore di RaiNews Petrecca, che ha preferito mandare in onda il festival di Pomezia e non la diretta delle elezioni francesi. E che è stato sfiduciato poi dalla sua stessa redazione. Il direttore di RaiNews non può più restare al suo posto. Chiediamo un sussulto di dignità ai vertici dell’azienda, chiediamo le dimissioni immediate di Petrecca”.
Quello che emerge dal rapporto è che nessuno Stato sta cercando davvero di dire addio…
Dall'indagine che ha coinvolto la Generazione Z è emerso che soltanto il 20% si sente…
Sciopero nazionale della sanità: medici e infermieri protestano contro la manovra 2025 per chiedere dignità,…
Donald Trump prepara la sua nuova amministrazione con nomine sorprendenti e fedeli alleati, puntando su…
Scopri i dettagli del Bonus Natale 2024: requisiti, novità e modalità per ottenere i 100…
Il patron di X avrebbe messo in discussione alcuni dei candidati scelti da Boris Epshteyn,…