Oggi è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, istituita nel 2004 dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea, per celebrare i traguardi più importanti che sono stati raggiunti negli anni e che hanno permesso a qualsiasi individuo, di ogni sesso e orientamento, di poter godere degli stessi diritti.
I termini che indicano la comunità gay o “arcobaleno” sono diversi e si sono ampliati sempre di più negli anni, fino ad includere, oggi, le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali. Per rintracciare l’origine del termine che viene oggi maggiormente utilizzato per identificare la comunità gay, dobbiamo andare indietro negli anni e nello specifico negli anni Novanta, quando attivisti lesbiche, gay e bisessuali adottarono per la prima volta l’acronimo di LGB, (lesbiche, gay e bisessuali), per descrivere meglio il proprio gruppo.
All’acronimo sono state poi aggiunte ulteriori iniziali, con lo scopo di includere più gruppi alla comunità. Il termine viene trasformato così in LGBTQ, (transessuali, queer). Le iniziali I e A, invece, stanno per intersessuale e asessuale. Il segno +, infine, si riferisce a qualsiasi altra “classificazione” di cui sente di far parte un individuo non etero.
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