L’autore è consapevole di essere parecchio in ritardo, ma continua a considerare il libro una priorità e non intende andare in pensione
“L’inverno sta arrivando”, ma The Winds of Winter no. Il sesto volume della saga “Le Cronache del ghiaccio e del fuoco”, dalla quale è stata tratta la famosissima serie tv Game of Thrones, è uno dei romanzi fantasy più attesi di sempre, ma potrebbe non vedere mai la luce. Ad ammetterlo, nel corso di un’intervista con l’Hollywood Reporter, è stato George R.R. Martin in persona. In precedenza l’autore si era sempre mostrato ottimista in merito alla possibilità di portare a termine il penultimo libro della serie, ma ora anche lui sembra condividere, almeno in parte, i timori di una grossa porzione della fanbase.
“Purtroppo sono in ritardo di 13 anni”, ha dichiarato Martin nel corso dell’intervista. “Ogni volta in cui lo dico mi viene spontaneo chiedermi ‘Come posso essere in ritardo di 13 anni?’. Non lo so, succede un giorno alla volta”. L’autore ha comunque precisato che per lui finire The Winds of Winter resta una priorità. “Molte persone stanno già scrivendo necrologi per me. Dicono: “Oh, non finirà mai”. Forse hanno ragione. Non lo so. In questo momento sono vivo! Sembro piuttosto vitale!”. Martin ha 76 anni, ma nonostante l’età avanzata non ha alcuna intenzione di ritirarsi dal mondo della scrittura. “Non sono un giocatore di golf” ha scherzato durante l’intervista, lasciando intendere che non ha alcuna intenzione di appendere la macchina da scrivere al chiodo (anche se nel suo caso sarebbe più corretto parlare di un vecchio computer).
Capire cosa si cela dietro alle difficoltà che Martin sta riscontrando nel portare a termine The Winds of Winter è tutt’altro che facile, soprattutto perché lui stesso non sembra aver individuato una causa precisa (perlomeno dalle risposte che ha dato quando gli è stata posta la domanda). In rete circolano varie ipotesi e una di esse riguarda il desiderio dell’autore di modificare parte della trama in seguito alle reazioni negative ricevute dal finale della serie tv. In effetti, gli eventi dell’ultimo episodio dovrebbero coincidere con la conclusione che Martin aveva ipotizzato in passato, che a questo punto potrebbe rivelarsi diversa da quella che (forse) troveremo tra le mani di A Dream of Spring (l’ultimo volume della saga).
Al tempo stesso è importante tenere presente che negli ultimi anni l’autore non si è occupato solo della stesura di The Winds of Winter, ma anche collaborato a vari progetti televisivi, tra cui la prima stagione dell’adattamento di House of the Dragon (serie sempre legata all’universo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco) e Dark Winds (serie thriller/noir della quale è uno dei produttori esecutivi). In ambito letterario, Martin è da anni il curatore della saga supereroistica Wild Cards, che è in corso dal 1987 e della quale è uscita da poco la trentatreesima novella (House Rules). Insomma, gli impegni dello scrittore sono numerosi e possono in parte giustificare la lentezza con la quale sta portando avanti The Winds of Winter, anche se da soli non bastano a giustificare un ritardo di 13 anni.
Esiste anche la possibilità che Martin sia alle prese con alcune difficoltà legate alla progettazione della trama. Nel corso del quarto e del quinto volume sono stati introdotti tanti personaggi nuovi e aperte un sacco di storyline che hanno reso l’intreccio sempre più complicato e sbrogliare una simile matassa è tutt’altro che facile, persino per un veterano della scrittura. D’altronde con The Winds of Winter Martin non deve solo portare avanti la trama, ma anche preparare il terreno per portare tutti gli snodi narrativi alla loro conclusione naturale. È un’impresa complicata già quando si parla di un romanzo autoconclusivo, quindi farlo per una saga complessa come Le Cronache del ghiaccio e del fuoco potrebbe essere considerato l’equivalente letterario di una scalata dell’Everest.
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