Crocifisso in aula, sì o no? Questo è il dilemma che divide genitori, docenti e presidi ormai da decenni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che il crocifisso in aula “non costituisce un atto di discriminazione del docente dissenziente“, dunque è compatibile con il principio di laicità dello stato. Il motivo? L’affissione del crocifisso rappresenta “l’esperienza vissuta di una comunità e la tradizione culturale di un popolo“, si legge nella sentenza depositata oggi. Nonostante le innumerevoli sentenze susseguitesi negli anni, la questione rimane aperta. In Italia l’obbligo di affissione riguarda scuole elementari e medie, mentre non esiste una chiara regolamentazione in merito a scuole materne, superiori e università.
Ma il dibattito riguardo l’obbligo di affissione del crocifisso nelle aule non è circoscritto all’Italia, bensì alla gran parte dei paesi a maggioranza cristiana. Ci stupirà sapere che, se in alcuni paesi vige l’obbligo, in altri è severamente vietato. Ad esempio, gli Stati Uniti, dove gli unici simboli in classe sono la bandiera a stelle e strisce e tipicamente anche il testo dell’inno nazionale. Il divieto di affiggere il crocifisso riguarda anche la Francia, dove è severamente esteso a tutti i simboli religiosi, la Svizzera, la Romania e la Germania, dove è consentito soltanto in Baviera, a meno che studenti non obiettino che esso leda la loro libertà di coscienza.
Crocifisso facoltativo in Austria, dove può essere esposto solo se almeno metà degli studenti è cristiano. Discorso simile in Belgio, dove è consentito solo nelle scuole cattoliche, mentre rimane vietato in quelle statali, provinciali e comunali. In una terra di mezzo si colloca la Spagna, dove l’affissione del crocifisso nelle aule è ancora molto presente, nonostante la Costituzione aconfessionale dello Stato la vieti. Un disegno di legge del 2009 di Zapatero ha ribadito il divieto, invitando le scuole pubbliche a togliere ogni simbolo religioso.
L’obbligo di affissione del crocifisso rimane invece in Grecia, nella Repubblica di San Marino e in Italia, dove riguarda soltanto scuole medie ed elementari. Ma facciamo un passo indietro. L’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane risale a due regi decreti del 1924 e del 1928, mentre non esiste una normativa che imponga la presenza del crocifisso nei locali pubblici. Nonostante le direttive, non tutte le scuole scelgono di adeguarsi, appellandosi al principio di laicità professato dallo stato italiano. Tuttavia, dal momento che le indicazioni del ministero non sono vere e proprie leggi, spetta ai tribunali civili decidere in materia, come dimostra la sentenza depositata oggi.
Eppure, dopo decenni di dibattito e sentenze, sembra che quella del crocifisso in aula sia una questione ancora aperta e lungi dal considerarsi risolta.
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