Luca Zingaretti è uno degli attori più poliedrici nel panorama italiano, capace di passare dal teatro al cinema, fino al piccolo schermo senza mai perdere credibilità. L’interprete romano è stato protagonista di numerosi film e fiction di successo, ma il suo volto rimarrà per sempre legato al personaggio di Montalbano, nato dalla geniale penna del Maestro Andrea Camilleri.
Biografia di Luca Zingaretti
Nato a Roma l’11 novembre 1961, Luca, fratello di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, dopo una breve parentesi di studi in psicologia si iscrive alla prestigiosa Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Dopo essersi specializzato in teatro drammatico ed aver seguito alcuni stage di danza diretti da Maurice Béjart, entra a far parte della compagnia teatrale di Luca Ronconi e, negli anni Ottanta, inizia a prendere parte ad importanti allestimenti di teatro classico e moderno (da Shakespeare a Cechov). Nel 1994 il salto nel cinema con “Il Branco” di Dino Risi, seguito nel 1996 da “Vite Strozzate” di Ricky Tognazzi.
Nonostante il suo nome resti inevitabilmente associato al commissario di Camilleri, Zingaretti è riuscito negli ultimi anni ad emanciparsi interpretando ruoli importanti come “Alla luce del sole”, “Sanguepazzo”, “I giorni dell’abbandono”. Durante la fiction “Cefalonia” nel 2005 incontra quella che sarà la sua futura moglie Luisa Ranieri.
Il successo del Commissario Montalbano
La saga letteraria di Montalbano si compone di 27 romanzi che hanno venduto 31 milioni di copie nel mondo. L’epica vicenda, iniziata nel 1994 con “La Forma dell’acqua”, si è conclusa con l’ultimo libro “Riccardino”scritto nel 2005, e, su desiderio dell’autore, pubblicato postumo il 16 luglio 2020, dalla casa editrice Sellerio di Palermo.
“Montalbano sono“. Così si presenta il commissario più amato della letteratura moderna italiana, nato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato in maniera magistrale da Luca Zingaretti. Il suo nome è un omaggio letterario a Manuel Vàzquez Montalbàn, giallista spagnolo ideatore di Pepe Carvalho (un Montalbano ante litteram trapiantato a Barcellona).
Un personaggio iconico, amante della giustizia e del buon cibo (da mangiare rigorosamente in silenzio). Circondato dai suoi collaboratori, lo sciupafemmine Mimi, il braccio destro Fazio e l’incauto Catarella, ogni libro rappresenta una sfida per il commissario ma anche per l’uomo Montalbano.
Camilleri riesce infatti, non solo a creare delle trame avvincenti, ricche di twist e colpi di scena, ma a dare una profonda umanità ai suoi personaggi. Col passare del tempo e dei libri, anche Montalbano sente la vecchiaia avanzare, arrivando a fare i conti con i suoi dubbi e i suoi demoni interiori. Più volte sembra sul punto di lasciare (e lasciarsi) andare, ma l’orrore della vita vera non supera mai la sua voglia di giustizia. Una giustizia pura, eppure che spesso abbandona le più tradizionali vie legali, per inseguire il cuore, prima che la legge.
Oltre ai personaggi, rimarranno vivi nella memoria, frasi come “camurria”, “babbiare”, “cabasisi” espressioni ormai diventate di uso comune. La lingua di Camilleri è, per la stessa ammissione dello scrittore, un “macheronico taliano” o “italiano bastardo” colorato di sicilianismi lessicali e fonetici provenienti non solo dalle zone di Porto Empedocle, luogo di origine dello scrittore. Una lingua che costringe il lettore a scendere a patti con la Sicilia e addentrarsi con tutto se stesso nelle vicende di Camilleri.
Il legame con la Sicilia
Grazie al successo dei libri e sella serie tv Zingaretti è diventato un vero ambasciatore della Sicilia. L’attore, non solo ha scelto di sposarsi nel Castello di Donnafugata ma ha comprato anche casa a Pantelleria.
Le avventure del commissario Montalbano, ambientate in una fantasiosa Vigata, ma girate, nella trasposizione televisiva, in quell’angolo di meraviglioso barocco compreso tra Scicli, Modica e Ragusa Ibla, hanno conosciuto un successo incredibile. Permettendo agli italiani e al mondo, di riscoprire una parte di Sicilia, spesso tralasciata dai più tradizionali percorsi turistici.
Non è raro, girando per le strade dei paesini, incontrare slogan e gadget dedicati a Montalbano. Grazie al successo della serie, questa zona è entrata a far parte dei più popolari circuiti turistici, arrivando a spostare gli equilibri del business regionale. Nonostante l’afflusso di turisti, tuttavia, questo angolo di barocco ha perso ben poco del suo spirito.
Una terra antica e cruda, ma coperta di un’aura di fascino senza tempo che ospita innumerevoli siti patrimonio Unesco. Zone, fatte di mulattiere e muri a secco, dove il dialetto regna sovrano e dove si può ancora sentire il profumo degli alberi di carrubo mischiato all’odore di ulivi e salsedine.
I migliori libri di Montalbano da leggere
È difficile scegliere quali libri consigliare, sui 27 scritti da Camilleri. Ognuno è infatti capace di aprire un mondo a sé, regalando emozioni, risate e riflessioni. Il Maestro pratica il giallo e l’intreccio con una facilità e una felicità d’inventiva, un’ironia e un’intelligenza di scrittura che appartengono all’arte del raccontare.
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Il primo omicidio letterario in terra di mafia della seconda repubblica – un omicidio eccellente seguito da un altro, ha la forma dell’acqua. “Che fai?” gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. “Qual è la forma dell’acqua?”. “Ma l’acqua non ha forma!” dissi ridendo: “Piglia la forma che le viene data“. Il primo libro che ha dato voce, forma e sostanza, alla narrativa di Camilleri.
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Un libro per tuffarsi appieno nelle vicende del commissario più amato, che qui si susseguono una dopo l’altra. Un dettaglio incongruo, una parola stonata, un gesto incontrollato bastano a mettere in moto la macchina delle sue indagini. Così, da un’impercettibile crepa nella ‘normalità’, prendono avvio anche queste nuove storie, in cui Montalbano s’imbatte nei crimini e nei criminali più eterogenei e insoliti.
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L’inchiesta più dura del commissario Montalbano comincia con un cadavere pescato per caso in alto mare. Incontrato da Montalbano mentre nuota al limite dello stordimento per lavarsi di dosso una notte di cattivi pensieri e malumori. Uno dei libri che più di tutti rappresentano la scrittura di Camilleri, dove l’umanizzazione del personaggio si mischiano con i fatti di cronaca più attuali. E dove i pensieri dello scrittore, fluiscono tra le pagine, ammiccando al lettore più attento.
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Per un curioso intreccio di coincidenze nel 2004 Andrea Camilleri racconta l’inizio e la fine del suo personaggio. È infatti l’anno in cui viene pubblicata La prima indagine di Montalbano e in cui lo scrittore mette mano a quello che sarebbe stato l’ultimo romanzo della saga: Riccardino.
In queste tre storie suggestive Montalbano svela già quel modo tutto suo di condurre le indagini, insofferente delle procedure, a volte avventato ma con una umanità che si mescola con la sua idea di giustizia.
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Nel 2005, Andrea Camilleri consegna al proprio editore un manoscritto contenente una nuova storia di Montalbano, con una richiesta sorprendente: di pubblicarlo dopo la sua morte. Si tratta infatti dell’ultimo capitolo della saga dell’amatissimo Commissario, la conclusione di un’epoca. “Mi sono posto un problema scaramantico”, diceva l’arguto Camilleri a chi gli chiedeva conto di questa decisione. “Ho ottant’anni passati e a questa età è sempre meglio mettere da parte tutto quello che si trova“. Un libro per dire addio a un personaggio iconico, seguendolo fino all’ultimo nelle tappe del suo viaggio di vita.