Il decreto del governo ha stabilito i nuovi parametri per determinare i colori delle Regioni. È stato confermato l’indicatore dell’incidenza, legato al numero dei contagi. Si resta in zona gialla solo se l’incidenza settimanale è inferiore a 50 casi ogni centomila abitanti. A questo criterio il governo ha affiancato il tasso di ospedalizzazione nei reparti ordinari e nelle terapie intensive.
E questo ha permesso ad alcune Regioni italiane di salvarsi dalla “retrocessione”. In base alla sola incidenza dei contagi, Sardegna (86), Sicilia (81), Lazio (72) e Veneto (74) sarebbero tutte sopra la soglia limite dei 50 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti. I dati si riferiscono all’incidenza nel periodo 7-20 luglio e sono stati calcolati dalla Fondazione Gimbe.
Inoltre, un gruppo di Regioni si avvicina pericolosamente alla soglia della zona gialla. La Toscana e la Campania hanno un’incidenza di 47 casi ogni 100mila abitanti. L’Emilia Romagna di 45. L’incidenza dei nuovi contagi è, invece, ancora bassa in Piemonte (19), in Puglia (19) e Basilicata (23).
Nel medio periodo c’è però da considerare che l’aumento dei contagi inevitabilmente si rifletterà anche sull’occupazione dei posti letto in ospedale. E quindi sul passaggio in zona gialla.
Il tasso di ospedalizzazione penalizza le Regioni del Sud Italia, con meno posti letto in terapia intensiva. L’incidenza dei contagi, invece, è superiore nelle Regioni più popolose, distribuite sull’intero territorio nazionale. Una combinazione che rischia di essere particolarmente insidiosa in Regioni come la Sicilia e la Sardegna. Che potrebbero passare rapidamente in zona gialla.
Nell’ultimo report l’Istituto Superiore di Sanità ha valutato il rischio epidemico come “moderato” in quasi tutte le Regioni italiane, con l’eccezione di Basilicata e Valle d’Aosta. Sono stati superati, dunque, i livelli di valutazione del rischio “molto basso” e “basso” e siamo nel livello precedente al “rischio alto”.
Per il momento la situazione nelle terapie intensive appare sotto controllo. La media nazionale di occupazione è del 2%. Ma in alcune Regioni i numeri stanno crescendo. In base ai dati contenuti nel portale Covid del governo, a rischiare di più adesso sono Calabria, Sicilia, Toscana e Lazio. I numeri sono ancora in sicurezza, visto che oscillano tra il 3 e il 4 per cento di occupazione, ancora distante alla soglia del 10 per cento. Ma a causa della minore disponibilità di posti letto in rianimazione, con l’eccezione del Lazio, la zona gialla potrebbe avvicinarsi pericolosamente.
Meno preoccupante la situazione per quanto riguarda i reparti di degenza. La media nazionale di occupazione è di poco superiore al 2 per cento. Ben al di sotto della soglia per passare in zona gialla, individuata al 15 per cento. Sono al 5 per cento dei posti letto occupati nei reparti ordinari Campania e Sicilia. Hanno raggiunto invece il 6 per cento la Basilicata e la Calabria.
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