L’Italia riscopre la sensazione di avere una zona rossa, per la prima volta dopo il periodo del lockdown nazionale. A vararla è stato infatti Valter Chiappini, sindaco di Lucoli (L’Aquila) che ha emesso un’ordinanza valida dal 28 agosto al 1° settembre.
La situazione di Lucoli e il perché della zona rossa
Il provvedimento riguarda l’abitato di Casamaina, frazione del Comune abruzzese, in cui nelle ultime settimane si sono verificati 12 casi di positività al Coronavirus. Per questo ristretto periodo di tempo, dunque, nella circoscritta zona rossa sono in vigore divieto di allontanamento, sospensione delle attività non essenziali, chiusura dei parchi e delle zone sportive. Per chi al momento dell’ordinanza si trovava fuori dall’area è invece permesso il rientro presso il proprio domicilio o la propria residenza.
Le 12 positività al Coronavirus registrate a Lucoli sono tutte successive all’11 agosto, a partire da quando fu un quarantenne del luogo a risultare contagiato dopo essersi sottoposto al tampone. Secondo la ricostruzione de ‘Il Messaggero’, era appena rientrato da una vacanza in Sardegna nel territorio divenuto nel frattempo zona rossa.
La vera emergenza e la decisione del sindaco
L’emergenza vera e propria è invece scattata il 22 agosto, quando una collaboratrice di un ristorante della zona è risultata a sua volta positiva al COVID-19. Il locale è stato immediatamente chiuso, ma dopo il contagio del marito, del figlio di otto anni, della cognata e dei due suoceri, si è fatta strada la possibilità di istituire una zona rossa.
Il sindaco Chiappini ha deciso di sottoporre a tampone l’intera popolazione, per poi chiudere il paese. “Abbiamo fatto 147 tamponi, con grande senso civico si sono presentati non solo i residenti, ma anche i dimoranti. Questo allungherà un po’ le procedure per avere gli esiti. C’è anche il weekend di mezzo“, ha spiegato. E, a proposito della decisione di istituire la zona rossa: “Non potevo aspettare, mi avrebbero potuto accusare di non aver arginato il contagio“.